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Bando per le associazioni culturali: "Contributi dimezzati"

La consigliera comunale del PD, Olivia Picchi: "Questo bando conferma il disinteresse che questa Giunta ha verso tutto il settore cultura". Dubbi anche sui criteri di assegnazione delle risorse

Ancora critiche nei confronti del bando per i contributi alle associazioni culturali cittadine. Dopo le problematiche evidenziate da Diritti in Comune e Rebeldia, che avevano sollevato dubbi sui criteri di assegnazione delle risorse, questa volta è la consigliera comunale del Pd e vicepresidente della Commissioni Cultura, Olivia Picchi, a mettere nel mirino la gara. Lo fa con una lettera aperta indirizzata all'assessore alla Cultura, Pierpaolo Magnani.

"Le scrivo queste poche righe - si legge nella lettera - non avendo modo di poter parlare con lei in sede istituzionale visto che ha scelto di ignorare la Commissione e di fuggire ad ogni richiesta di confronto. Intanto le ricordo che deve ancora rendere conto dell’incarico avuto dal Comune tramite un affidamento diretto alla sua associazione per il quale lei è inadempiente. Questa città è abituata ad un'offerta culturale di un certo rilievo, finiti i lasciti della vecchia Giunta, nè il suo predecessore, né lei avete avuto la decenza di fare una proposta culturale di qualunque tipo. Vi siete limitati a gestire, e male, l’ordinario, quegli eventi cioè ormai storici e che si ripetono da anni nella nostra città".

Il bando sui contributi da assegnare alle associazioni culturali secondo la Picchi, sarebbe la conferma del "disinteresse che questa Giunta ha verso tutto il settore cultura". La consigliera del Pd evidenzia quindi una serie di criticità: "Intanto è l’unico strumento di finanziamento e supporto delle realtà culturali cittadine. Le faccio presente che Pisa è una città che vanta un numero altissimo di imprese e associazioni culturali rispetto alla popolazione". Le risorse messe a bando dimostrerebbero inoltre come "questa Giunta spende nelle attività culturali meno della metà di quanto hanno speso le precedenti a fronte di risorse disponibili maggiori". 

Nel mirino anche i criteri di assegnazione dei contributi. "L’attenzione alle tradizioni pisane - prosegue la lettera della Picchi - conferma la visione provinciale e la preminenza di una propaganda spicciola rispetto alla sostanza. Se in passato si fosse ragionato così non avremmo Tuttomondo di Keith Haring. La premialità per chi ha svolto attività nelle zone di degrado va oltre la decenza. Primo perchè non è possibile mettere un criterio così specifico in un bando uscito a fine anno per le attività già svolte (potrebbe venire il sospetto che sia già destinato). Secondo: la rigenerazione e riqualificazione di spazi si realizza con progetti strutturati come ad esempio Santeria Milano o Manifattura Tabacchi a Firenze. Pensa assessore che si possa togliere il degrado dando un contributo di poche migliaia di euro a una o due associazioni che magari  hanno fatto in quelle zone due spettacoli in un anno? E’ questa la grande ricetta della Lega per il decoro della città? Altra domanda sulla questione oggetto di questo punto: lei considera il litorale luogo disagiato (e vorremmo capire su quali presupposti) o è una premialità per il mantenimento del consenso?"

"La realtà culturale di Pisa - prosegue la lettera - è fortunatamente complessa, vi sono piccole associazioni di volontariato, associazioni più strutturate e vere imprese culturali. Ecco lei le accomuna tutte con questo bando. E’ come se a una stessa gara per lavori di edilizia lei mettesse sullo stesso piano, con gli stessi strumenti, una piccola ditta individuale artigiana con una grande azienda di costruzioni. Le sembra abbia senso? Questo bando non serve nè alle piccole associazioni di volontariato che si trovano in un calderone incredibile e a competere con realtà più strutturate, nè alle realtà più grandi che avrebbero bisogno di altri tipi di strumenti e supporti. Fare l’amministratore pubblico è un mestiere difficile ma almeno occorrerebbe provarci".

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