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No al crocifisso in Consiglio Comunale: si accende il dibattito

Ancora al centro della discussione politica la vicenda della mozione della consigliera di Forza Italia Mancini, bocciata nella seduta dello scorso 12 aprile

Dopo la discussione e la bocciatura della mozione presentata dalla consigliera comunale di Forza Italia Virginia Mancini per l'affissione di un crocifisso nella Sala Regia di Palazzo Gambacorti, sede delle sedute del Consiglio Comunale, prosegue il dibattito sulla proposta.

La consigliera comunale del Partito Democratico Francesca del Corso, che fa anche parte del Gruppo di Impegno Ecumenico di Pisa e da tempo è impegnata nel dialogo ecumenico e nel dialogo interreligioso, critica la base della mozione presentata da Forza Italia. "La sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’uomo del 18 marzo 2011 citata nella mozione presentata dalla consigliera Mancini, si riferisce alla esposizione del crocifisso nelle aule scolastiche della nostra repubblica, infatti per le scuole c’è una norma che ne regola l’affissione - sottolinea Del Corso - fra l’altro ritengo sia un bene che nelle scuole non si dimentichi la nostra cultura cristiana e sia anche promossa almeno la conoscenza delle storie della Bibbia, senza le quali è impossibile comprendere perfino l’arte e la letteratura. Non ci sono norme per l’affissione del crocifisso nelle aule dei consigli comunali e non si possono usare richiami giuridici alla scuola per giustificare l'esposizione di un crocifisso nella sala del consiglio comunale".

"Per me il crocifisso è un simbolo religioso e come tale sta bene esposto in luoghi idonei alla religione. Quindi non in una sala municipale - prosegue Del Corso - purtroppo la mozione della consigliere Virginia Mancini di Forza Italia era articolata tuttavia su un piano 'simbolico' diverso. Vede il crocifisso come un simbolo laico di valori culturali e non religiosi. Questa scelta è una 'bestemmia laica' come anche scrive bene nei suoi libri la prof.ssa Sara Domianello, ordinario di Diritto ecclesiastico nella Facoltà di Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Messina. È una strumentalizzazione del crocifisso, lecita anche questa dopo che una sentenza del Consiglio di Stato è arrivata a dichiarare che i simboli cambiano significato secondo il contesto in cui sono; per chiarire, crocifisso in chiesa = Gesù crocifisso; crocifisso a scuola = simbolo della cultura nazionale".

"Lecita sì, ma una bestemmia per un credente cattolico per il quale il crocifisso è un simbolo religioso e mai e poi mai lo vorrebbe veder ridotto a simbolo culturale. Ancora più aberrante è il considerare il crocifisso come un amuleto o come un 'marcatore di territorio' - prosegue Del Corso - per chiarire meglio, il crocifisso è un simbolo religioso a cui ci si abbandona, si ama la croce, si rende visibile a tutti con la propria testimonianza di vita. È’ un simbolo religioso che mai vorrei vedere strumentalizzato. Naturalmente per chi non è credente, il crocifisso è nient’altro che un pezzo di legno o di altro materiale, anche pregiato o artistico, quindi per un non credente poco importa dove sia collocato".

Da Forza Italia tornano a rimarcare la legittimità della proposta dell'affissione del crocifisso in Sala Regia. "E’ con forza, convinzione ed orgoglio che il Coordinamento provinciale di Forza Italia Pisa rivendica la proposizione dell’iniziativa relativa all’affissione della croce nelle aule consiliari e, seppure il voto nel Consiglio Comunale ha avuto sorprendentemente e, vergognosamente, esito negativo, l’importanza della discussione che dall’ambito delimitato e ottuso delle pareti consiliari, ha interessato la città, è per noi motivo di soddisfazione - sottolinea la coordinatrice provinciale Raffaella Bonsangue - ci dà la certezza di avere colto nel segno. E’ solo ripartendo dalla ricostruzione della nostra identità che potremo sopravvivere alla globale deideologizzazione e annichilimento di quel che siamo, di quel che siamo stati, a prescindere dalla testimonianza di fede di cui ciascuno di noi può o vuole essere testimone, e di quel che sarà il nostro futuro. Prima di impegnare ed esaurire le nostre risorse in una battaglia 'contro' dispendiamole in una, mille battaglie 'per' trovare o ritrovare la nostra coscienza e spiritualità e, sopra ogni altra cosa, la nostra identità".

Interviene nel dibattito anche Roberto Mura de Il Popolo della Famiglia. "Le motivazioni con cui i consiglieri del PD giustificano il loro no sono sempre le stesse: laicità, neutralità, rispetto per chi non crede, pluralità - afferma Mura - pur riconoscendo il grande valore del crocifisso e i valori ad esso connessi quali la libertà, l'uguaglianza, il perdono, la tolleranza, pur sapendo che la storia pisana è profondamente radicata in questo simbolo universale fino a farne il suo glorioso stemma, ciononostante il crocifisso viene visto come un oggetto improprio, da fare fuori. Si arriva addirittura ad accusare la consigliera di Forza Italia-Pdl, Virginia Mancini di aver voluto fare un uso strumentale della Croce a fini politici".

"Il Popolo della Famiglia vede in questa accusa la solita strategia aggressiva di chi porta avanti una rivoluzione culturale, sociale e politica fortemente anticristiana, incurante della storia stessa di una città e delle sue radici cristiane - spiega Mura - rinnegare e tagliare le radici di un popolo non può che portare alla perdita della propria identità storica, producendo solo debolezza sociale, disgregazione e conflittualità. Si vuole negare ad un popolo di manifestare i propri sentimenti religiosi relegandoli alla sfera privata; si vuole eliminare ogni simbolo religioso prima nei palazzi pubblici e poi in ogni angolo della città. Questo è quello che accade in Francia e in tutto il nord Europa e che ora si vuole fare anche in Italia mascherandolo da rispetto per il prossimo".

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