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Dipendenti comunali e smart working, a che punto siamo?

I consiglieri Di Gaddo, Serfogli e Biondi (tutti del Pd) hanno presentato una interrogazione al Sindaco Conti

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PisaToday

Un giorno a settimana a casa in media. Ma anche due o tre, se le singole Direzioni lo riterranno fattibile. E il resto in ufficio. Oppure, al momento per le mamme con figli  fino a 12 anni, altra formula: in presenza tutti i giorni  e un mese di lavoro agile estivo. Così ha deciso il Comune di Firenze, (3900 dipendenti) dando il via libera al  cosiddetto Lao cioè al lavoro agile ordinario cioè lo smart working che da misura emergenziale  è diventato, su base volontaria, regola strutturale. E il Comune di Pisa (600 dipendenti)?

“Lo smart working  - così scrivono i tre consiglieri del Pd in una interrogazione al Sindaco Conti - da misura emergenziale, su base volontaria, si appresta a diventare strumento ordinario e riuscire a garantire una piena e completa applicazione concreta della normativa attuale relativa allo smart working determinerebbe una serie di vantaggi non trascurabili sia per l’ambiente (con la riduzione delle emissioni inquinanti da smog), per il venir meno degli spostamenti quotidiani dei dipendenti per raggiungere i propri uffici, sia per la struttura stessa che potrebbe godere di un’ottimizzazione tanto di spazi che di risorse. Inoltre, il lavoro agile - grazie alle enormi potenzialità delle nuove tecnologie-consentirebbe di incrementare la produttività e al contempo di agevolare le esigenze di conciliazione tra vita privata e lavoro. Mentre tante Amministrazioni Comunali hanno già definito o stanno per definire in maniera strutturale lo smart working per i propri dipendenti, chiediamo – concludono la Benedetta Di Gaddo , Andrea Serfogli e Marco Biondi -  come intende procedere il Comune di Pisa”.

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