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Giovedì, 25 Aprile 2024
Elezioni politiche 2022

Elezioni: dall’Ordine degli Architetti sei domande e sei proposte per il futuro della nazione

Patrizia Bongiovanni, presidente dell’Ordine, si fa portavoce delle richieste e dei suggerimenti

Con sei domande e altrettante proposte e riflessioni indirizzate a coloro che si candidano a rappresentare gli italiani nel Parlamento che sarà eletto il 25 settembre, l’Ordine degli Architetti, Paesaggisti, Pianificatori e Conservatori della Provincia di Pisa rivendica il proprio ruolo al servizio della collettività e intende entrare nel dibattito per sollecitare risposte e azioni su quei temi sensibili che, negli ultimi decenni, sono stati sottostimati come effettive priorità e anzi affrontati solo per via emergenziale, con risultati deludenti e in molti casi controproducenti o sgangherati.

"In questa campagna elettorale - dichiara Patrizia Bongiovanni, presidente dell’Ordine degli Architetti, Paesaggisti, Pianificatori e Conservatori della Provincia di Pisa - come architetto vorrei sentire parlare di rigenerazione urbana, superbonus con cessione del credito (e quindi possibilità di sconto in fattura) come misura strutturale, valorizzazione del patrimonio storico artistico, infrastrutture, salvaguardia di ambiente e paesaggio, semplificazione, legge sulle competenze". La presidente Bongiovanni elenca ai candidati al Parlamento temi e problemi da affrontare per uno sviluppo positivo della nazione.

1) Rigenerazione urbana? Gli architetti ritengono ineludibili piani di demolizione programmata di edilizia senza valore e che dimostra evidenti problematiche strutturali e di sicurezza, oltre che di decoro. La rigenerazione deve diventare l’occasione per creare nuove infrastrutture, reti di collegamento e servizi. Tutto è occasione per valorizzare il paesaggio, non per ferirlo con cesure nel territorio, incomprensibili o prive di attenzione al contesto. Occorre creare comunità energetiche, dando la possibilità a ciascun cittadino di poter condividere tutta l’energia prodotta da fonte rinnovabile e coprire il fabbisogno energetico. Serve una programmazione che non può essere definita sull’urgenza di un finanziamento che scade, ma deve essere parte della pianificazione urbana. A Pisa abbiamo l’esempio del quartiere di S. Ermete, in cui stavano tutti i buoni presupposti ma che ha rivelato gravi carenze dal punto di vista sociale e architettonico.

2) Riqualificazione energetica e Superbonus? Questa non valga solo per gli edifici, ma sia inserita nella Pianificazione strutturale di un territorio. Sarebbe auspicabile come misura strutturale e con cessione del credito sbloccata, per dare finalmente una risposta a chi ha creduto nei Governi precedenti facendo investimenti importanti ed esponendosi a rischi finanziari per riqualificare il patrimonio edilizi . Abbiamo bisogno di certezze normative e di stabilità, altrimenti ogni forma di sviluppo è bloccata dalla paura di sbagliare. Su due articoli di legge abbiamo oltre mille interpelli e interpretazioni dell’Agenzia delle Entrate: si può lavorare così? Inutile ripetere i vantaggi per l’economia e per i cittadini.

3) Patrimonio storico-artistico? E' urgente avviare programmi di valorizzazione attraverso restauri che sappiano esaltare il valore del passato come fondamento per il futuro. Il restauro, conservazione, tutela e valorizzazione del patrimonio artistico rischiano di essere azioni inutili quando non siano accompagnate da azioni analoghe per l’ambiente. Abbiamo ereditato un patrimonio ancora integro perché era capillarmente presidiato. Le città erano vissute, così come il nostro territorio la cui trama era generata da un lavoro capillare di contadini e boscaioli, che tenevano puliti i boschi e le rive dei fiumi. C’era una forma di autotutela, ora invece viviamo il momento dell’abbandono o dello sfruttamento intensivo, spesso per scopi turistici. Ma quale turismo avremo se continuiamo a trascurare il nostro Patrimonio? Come rispondiamo alla globalizzazione della domanda di cultura?  Dobbiamo affermare la centralità dell’azione conservativa. La nostra nazione è 'Patrimonio dell’Umanità': tutela e valorizzazione del patrimonio culturale non sono opposte all’innovazione tecnica. La salvaguardia del nostro patrimonio culturale deve saper recuperare valori e identità smarriti.

4) Semplificazione? L’attuale quadro normativo accresce le responsabilità dei liberi professionisti ben oltre il piano logico. Per poter lavorare ci viene richiesto sistematicamente di attestare e certificare una serie di circostanze che dovrebbero essere già note e verificabili dalla PA stessa. Ci vediamo addirittura chiedere documenti di archivio interni alle amministrazioni, procedura al limite della legge e che di fatto non semplifica e tanto meno accorcia i tempi.  Ecco che chiediamo di frenare la deriva burocratica e di promuovere la semplificazione organica dell’intero processo amministrativo. Questo momento di grave crisi non può permettersi di perdere opportunità per cittadini che possono riqualificare dal punto di vista sismico ed energetico un patrimonio edilizio che evidenzia molte problematiche oltre alla vetustà.

5) Legge sulle competenze? Serve una legge per l’architettura, che concluda una volta per tutte la diatriba sulle competenze. L’Europa per prima ci chiede di garantire che a progettare interventi edilizi su immobili di interesse storico-artistico siano professionisti forniti di una specifica preparazione e quindi la progettazione e la direzione lavori su beni di interesse storico e/o artistico è riservata agli architetti. Ma non solo. Si auspica una valorizzazione delle competenze anche quando si parla di paesaggio e pianificazione.

6) Riforma del codice dei contratti? E' urgente e deve essere in grado di superare le criticità dell’attuale quadro normativo. Deve contestualmente salvaguardare le tante conquiste, in tema di centralità del progetto, concorsi di progettazione, apertura del mercato alle strutture professionali medio-piccole, senza dimenticare il calcolo dei corrispettivi e l’equo compenso.

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