Elezioni politiche e comunali 2013, gli Amici di Pisa: "Le cose da fare, secondo noi"
1) Aggredire con impegno e tenacia i problemi strutturali di Pisa che stanno alla base del declino della popolazione pisana, problemi che si sarebbero dovuti affrontare da molto, troppo tempo. Lo spopolamento del centro storico e del Comune capoluogo più in generale, è un fenomeno maligno che deve essere bloccato con decisione. L’attuale tendenza all’esodo da Pisa deve essere invertita con qualsiasi idea utile, concreta e/o utilizzando idonei strumenti amministrativi e politici. Ecco alcune idee:
- allargamento dei confini del Comune di Pisa, gettandone subito le robuste basi per costituire il comune unico con San Giuliano e Vecchiano,
- contributi economici al Comune di Pisa per i circa 30.000 universitari fuori sede,
- bonus bebè, agevolazioni alla residenza.
Va creato, come sta tentando di fare a Volterra il sindaco Marco Buselli, un piano antifuga dei residenti pisani tenendo presente le idee sopra esposte partendo da un dato di fatto oggettivo: le casse comunali di Pisa non ce la fanno più perché la città deve offrire servizi anche verso l’ormai insostenibile pendolarismo non contributivo dei comuni limitrofi. Si deve perciò invertire la tendenza negativa di sottosviluppo residenziale per raggiungere almeno quota 150.000 abitanti tale da contare più nelle scelte regionali e difendersi meglio dalle aggressioni al suo territorio. La vicenda degli accorpamenti delle Province ne è stato un tragico segnale d’allarme.
2) Difendere ad oltranza la libertà e l’indipendenza dell’Aeroporto Galilei, ultimo grosso bene produttivo che è rimasto a Pisa città, capace di dare lavoro a oltre 4000 persone indotto compreso. Se la Regione Toscana nel nuovo PIT autorizzerà la pista parallela (o semi-parallela che dir si voglia) da 2.400 metri a Peretola, non ci sarà scampo per il Galilei di Pisa. Che andrà a spegnersi nel tempo, diventando una cattedrale nel deserto con il people mover che ne potrebbe diventare un triste esempio. Con la nuova pista di Peretola -comunque essa sia- il Galilei di Pisa tornerà, in tempi medio-lunghi, all’era pre-Ballini. E’ evidente che una maggior concertazione di rotte e compagnie tra il Galilei e il Vespucci è auspicabile in funzione alla comune crescita per bloccare eventuali gravitazioni commerciali del Marconi di Bologna. Un collegamento ferroviario diretto tra Pisa e Firenze in tempi europei non è più differibile. Resta l’idea di fondo: Pisa deve essere libera di progettarsi il futuro. Anche in ambito aeroportuale e produttivo.
3) Futuro della Scuola Superiore Sant’Anna. Il Rettore della Scuola, Maria Chiara Carrozza molto probabilmente entrerà in Parlamento alle prossime elezioni nazionali: un successo anche per Pisa. Ma chi ricoprirà il ruolo di nuovo Rettore della Scuola? Avrà capacità di eccellenza, avrà in animo l’amore verso Pisa? Le nostre domande non vengono a caso: Pisa ha lasciato negli anni l’ eccellenza dei Centri di Ricerca in favore di Pontedera e Peccioli. Addirittura, nonostante Pisa abbia un territorio di 9 chilometri di acqua dolce (Arno) ed altrettanti in acqua salata fronte mare, nonostante potenziali spazi nelle ex colonie, si è preferito portare a Livorno allo Scoglio della Regina, un nuovo centro di ricerca di robotica marina. Non è più accettabile il trasferimento a terzi della “polpa” prodotta dalle Università Pisane come già accaduto con il Laboratorio Nest della Scuola Normale Superiore finito, per motivi economici, a Poggibonsi. Riteniamo che si debba investire di più tra la ricerca pisana, le start-up pisane facendo concreta sinergia con le attività economiche pisane. Il nuovo Rettore della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa ci auguriamo che abbia queste caratteristiche.
4) Tangenziale di nord est. Da oltre 40 anni, ad ogni ciclica tornata elettorale, si torna a parlare di una strada che è inspiegabile perché manchi ancora a Pisa. Paradossalmente non la vediamo più citata nei programmi elettorali. Una grave colpa di mancato sviluppo anche perché l’attuale Amministrazione Provinciale ha già un programma progettuale ben definito: ridurre il non-fare ad una mera questione di pecunia è fuorviante. I finanziamenti se ben cercati nei posti adatti, si trovano.
5) Sanità Regionale e Pisana. Il trasferimento dell’Ospedale Santa Chiara nel nuovo Santa Chiara a Cisanello doveva essere completato già due anni fa. Ma l’idea generale è che si sia di fronte alla stessa vicenda della costruzione del parcheggio sotterraneo di Piazza Vittorio Emanuele II. Sfibrante e dagli esiti incerti. Ciò che è inaccettabile è che, a causa dei tagli operati dalla Regione Toscana, si vengano a ridurre oltre 200 posti letto (sul totale di 1.300) con ripercussioni tremende sull’indotto. Se a Pisa si chiudono posti letto, si risparmia a causa dei tagli, Pisa si fa anche delle domande: come mai non c’è fine ai debiti dell’ASL 1 di Massa (siamo a quota 420milioni!) e, peggio che peggio, perché la Regione Toscana ha firmato di recente un protocollo di finanziamento per iniziare a costruire un Ospedale nuovo di zecca a Livorno? Ecco, Pisa è di nuovo usata da Firenze (Regione Toscana) per garantire Livorno e il suo bacino elettorale?
6) Progetti PIUSS. Sono stati un grande successo: sia l’averli cercati, sia l’averli ottenuti. Da Corso Italia (dove però le fognature bianche sono state mal calibrate e creano facili allagamenti) alla zona limitrofa a Piazza delle Vettovaglie. Dal percorso delle Mura Storiche di Pisa che, finalmente libere nella visuale e nella prospettiva, danno bella mostra della forza della Pisa Medievale, alla nuova pavimentazione di Piazza dei Cavalieri: ottimo colpo d’occhio e generale senso della città ordinata, sana e attenta al decoro. La più grande operazione PIUSS deve però ancora vedere la sua luce. Quella relativa al Progetto Chipperfield circa il Recupero del vecchio Ospedale Santa Chiara dove è assente uno spirito di fondo e si esalta un taglio architettonico autocelebrativo e modernista, improprio e inadatto per quella zona di Pisa. Identiche motivate perplessità architettoniche le abbiamo, cosa non nuova, anche per il nuovo Porto di Boccadarno. Forti dubbi sui contenuti del Piano di Recupero della Cittadella: era la zona della portualità pisana della Repubblica. Perché non promuovere un recupero finalizzato ad intensi flussi turistici e museali? Come? Proponendovi l’antico Porto riattualizzandone il concetto, tale da ottenere un Parco Archeologico-Museale-Turistico del Medioevo Pisano. Non è né difficile, né costoso oltre il dovuto: è necessario avere idee nuove, di respiro europeo e capaci di autofinanziarsi una volta a regime. L’esatto opposto da quanto visto finora.
7) Ordine Pubblico, rispetto delle regole. E’ noto che Pisa sia quotidianamente usufruita a oltre 150 mila persone. E’ altrettanto noto che la pianta organica sia proporzionata ai suoi residenti di gran lunga inferiori alla quotidianità: un cane che si morde la coda e collegato al punto 1. Nel frattempo è indispensabile far passare l’idea che a Pisa ci sia rispetto per il prossimo e per la legge. Con questi atteggiamenti -chiamati anche Valori- è possibile già modificare l’approccio ai controlli di P.S. sul territorio. Ne può trovare beneficio anche l’arredo urbano, martoriato da affissioni abusive e scritte.
8) Biblioteca Universitaria. Non riusciamo ancora a capire se il Palazzo della Sapienza abbia avuto dei cedimenti dovuto al peso dei libri della Libreria Storica o a chiacchierate lotte di potere tra settori dell’Ateneo. Di fatto Pisa ne sta pagando dazio: pensare di smembrare le collezioni è solo utile allo svolgimento dei lavori di messa in sicurezza dell’edifico storico. Ogni altro stratagemma per ridurre l’accesso, la completa fruibilità delle Collezioni è inaccettabile. Sistema Museale Pubblico. E’ noto a tutti che la Cultura a Pisa venga ben svolta solo da due soggetti: l’Opera della Primaziale Pisana e la Fondazione Pisa alle quali va il nostro plauso. Identico apprezzamento al nuovo direttore del Museo Nazionale di San Matteo, il livornese Dario Matteoni, che sta cercando di dare giusta visibilità ad un Museo fin troppo sottovalutato. Il resto della Cultura Pisana -inteso come sistema museale europeo- è veramente ridotto male nonostante cicliche promesse di rilancio. La Domus Mazziniana restaurata e inaugurata dal Presidente Napolitano ha carenze di spazi espositivi e di personale per l’apertura. Positivo senz’altro il lavoro svolto finora dal commissario straordinario Marco Paoli e il direttore prof. Pietro Finelli: l’accordo firmato ieri dalla Scuola Normale Superiore con il sottosegretario di Stato Paolo Peluffo e dal direttore generale delle biblioteche e degli istituti culturali del ministero Rossana Rummo lascia spazi di speranza di effettivo rilancio. Identiche speranze le riserviamo anche per la Domus Galilaeana, ora dispersa. Basti pensare poi alle decine di collezioni mal accatastate nei magazzini pubblici, alle possibilità di sviluppare mostre di livello europeo anche solo attingendo a rotazione dalle stesse, ai percorsi archeologici anche all’interno del Cantiere (Eterno?) delle Antiche Navi Pisane. Si veda al riguardo l’ottimo libro “Pisa allo specchio. I musei e le collezioni pisane” di M. Burresi e A. Zampieri, ETS, 2012.
Fare Pisa è fare sistema tutti assieme. Tutto il resto è solo scaricabarile, gestione dello status quo.
IL PRESIDENTE
(Dr. Franco Ferraro)