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Manca l'accordo sui candidati: altra fumata nera nella direzione provinciale del Pd

Per la seconda volta in una settimana la direzione provinciale del partito non raggiunge il quorum necessario per ratificare gli 8 candidati al prossimo Consiglio regionale. La decisione spetta ora alla segreteria regionale che si riunirà il 18 aprile

Continuano i problemi e le tensioni in casa Pd in vista delle elezioni regionali. Dopo quella del 7 aprile nemmeno nella riunione di ieri della direzione provinciale del Partito Democratico è stato infatti possibile approvare la lista degli 8 candidati al Consiglio regionale. Solo 76 su 150 degli aventi diritto si sono presentati, un numero insufficiente per raggiungere il quorum e approvare così la lista di candidati. La decisione toccherà ora alla direzione regionale del partito che si riunirà il 18 aprile.

A nulla è quindi valso il richiamo all'ordine di Francesco Nocchi, segretario provinciale del Pd, che ha invocato il ripristino della "correttezza dei rapporti". Nocchi era stato anche criticato dal partito per il doppio ruolo di segretario provinciale e candidato alle prossime elezioni regionali e per la gestione 'politico-territoriale' delle candidature.  "Nel corso di questi giorni - ha detto Nocchi nel suo intervento in direzione provinciale - ho letto di critiche nei miei confronti perchè nella proposta di lista non sarebbe rappresentato tutto il territorio provinciale. Critiche che si leggono sui giornali, ma che non sono mai state mosse da alcun dirigente locale del Pd o amministratore di quei territori che si dice siano sottorappresentati. Penso comunque che le candidature siano ben rappresentative dell'intero territorio e della sua complessità. Penso anche che nella rosa degli otto nomi siano rappresentata tutte le componenti politiche del Pd".

Nocchi ha poi affrontato la questione relativa al suo doppio ruolo. "E' stata posta in maniera ultimativa - ha affermato il segretario provinciale del Pd - la questione di una mia autosospensione dal mio ruolo di segretario. E' utile ricordare che nella fase di preparazione del regolamento per le candidature, poi approvato dalla direzione regionale, il tema fu posto, ma fu deciso di non prevedere per i segretari eventualmente candidati alcuno specifico adempimento. Infatti nel regolamento su questo punto non c'è niente. Così come nello statuto del partito, l'istituto della autosospensione, non è neppure citato: semplicemente non esiste. Quindi la questione vera è: dimettersi da un incarico oppure mantenerlo. Io non intendo dimettermi dal mio ruolo. Ho preso un impegno con gli iscritti del Pd, che mi hanno eletto a larga maggioranza, ed intendo portarlo in fondo. Credo - ha concluso Nocchi - che prima di tutto occorra che sia ripristinata una correttezza di rapporti tra noi, che cessi questo svilimento volontario dei nostri organismi politici, come sta avvenendo con questa decisione di non partecipare alla direzione provinciale che dovrebbe validare le liste".

Un richiamo al senso di responsabilità è arrivato anche dall'ex presidente della Provincia Andrea Pieroni. "Potevamo - ha detto Pieroni - come altre direzioni provinciali, ratificare da soli le 8 candidature, invece una parte del Pd provinciale ha preferito lasciare in mano ad altri scelte che avrebbe potuto fare, assumendosi una responsabilità pesante. Come possiamo far contare Pisa in Regione se Firenze decide per noi?".

Secondo l'ex presidente della Provincia si tratta di "un'occasione sprecata. Fare politica significa mettersi al servizio, con serietà e senso di responsabilità. Credo che per fare il bene del territorio bisogna rimanere uniti. Ho atteso, fiducioso, che la direzione avesse la sua
seconda e ultima possibilità per decidere di fare da sola, per scegliere di rispettare la volontà degli oltre 2mila iscritti che hanno firmato a sostegno
delle candidature. Coerentemente con il lavoro di chi finora ha sostenuto i singoli candidati - ha concluso Pieroni - avremmo dovuto assumerci la responsabilità di ratificare le scelte fatte, per continuare serenamente la campagna elettorale e dimostrare agli elettori che siamo capaci di sintetizzare tutte le sensibilità interne al partito e di governare con competenza, per il benessere del territorio e dei suoi abitanti, che è fine ultimo. Inoltre, questa non è la stagione dei congressi: certe scelte sono state fatte e si faranno ancora, ma non ora: se è vero che ogni cosa ha un tempo, questo non è quello giusto".

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