rotate-mobile
Elezioni regionali Toscana 2020

Regionali, intervista a Tommaso Fattori: "Dobbiamo superare insieme il dramma della precarietà"

Il candidato presidente della lista 'Sì, Toscana a Sinistra' pone le priorità per la Toscana, fra cui "conversione ecologica delle produzioni e creazione di nuovo lavoro stabile"

Tommaso Fattori, candidato presidente nelle prossime elezioni regionali del 20 e 21 settembre, delinea le priorità della propria proposta politica. Per Pisa si parla di aeroporto e valorizzazione dei piccoli comuni della provincia. Ecco le sue parole. 

Qual è la sua storia personale e politica che l'ha portata a candidarsi?

Sono stato tra i promotori e gli organizzatori della stagione straordinaria dei Forum sociali, europei italiani e mondiali. Ho partecipato da organizzatore al referendum per l'acqua pubblica vinto nel 2011 e nel 2015 ho riunito tutta la sinistra toscana nel progetto che oggi si ripresenta al voto. Nella mia prima esperienza politica in consiglio regionale sono riuscito dall'opposizione a promuovere e far approvare leggi e atti di indirizzo nella direzione della sanità territoriale - è nostra la legge sulle Case della Salute - della tutela ambientale e del sostegno all'agricoltura contadina. Toscana a Sinistra ha espresso la volontà di ricandidarmi come presidente e io ho accettato con gratitudine e entusiasmo. Perché so di poter diventare il futuro presidente della Regione e di avere il miglior programma per questa Regione.

Quali sono le priorità del suo programma?

Valorizzare la sanità pubblica con un piano assunzioni in grado di azzerare le liste d'attesa, avviare una svolta verde e di giustizia sociale in questa regione che significa riconversione ecologica delle produzioni e creazione di nuovi posti di lavoro stabili per superare la stagione del precariato. Poi la ripubblicizzazione dei servizi essenziali: acqua, rifiuti, trasporto locale e residenze sanitarie assistite. Infine un piano speciale per dare una casa popolare alle 30mila famiglie che ne hanno diritto e bisogno, e un piano speciale per dare servizi efficienti a chi vive nelle aree periferiche, insulari e montane. Due obiettivi che dovranno ripopolare la Toscana dei piccoli Comuni, dove, con servizi essenziali efficienti, si vive meglio, in modo più sano, favorendo la filiera corta e le relazioni solidali oggi largamente scomparse dalla vita cittadina dei grandi centri urbani.

Gli aspetti più critici presenti in Toscana su cui intervenire? Come?

La pandemia Covid-19 ci ha lasciato una regione in una condizione di crisi drammatica. Eravamo da tempo nello stagno di politiche economiche sbagliate. Il Covid-19 ci ha messo la zavorra e portato a fondo. I dati sono lì a dircelo: 13 miliardi di euro di buco produttivo, 450milioni di ore lavoro in meno, oltre 150mila persone senza lavoro. Questa crisi epocale è la grande assente di questa campagna elettorale. Ne parlano i giornali, ne parlano le persone, ma per qualche motivo psicologico è rimossa dal dibattito politico elettorale. Io credo serva l’esatto contrario. Serve avere coscienza della situazione e servono ricette per ripartire. E la nostra idea, la mia e quella di Toscana a Sinistra, è che la pandemia abbia acutizzato a livello epocale una crisi già presente. Una crisi del modello economico e sociale esistente pagata soprattutto da chi, da almeno vent’anni, vive il dramma della precarietà: i giovani e le giovani, attuali e del recente passato. Se non investiamo su una nuova politica industriale verde, innovativa, capace di ricevere fondi pubblici a fronte dell’assicurare lavoro stabile, queste giovani e questi giovani saranno tenuti in catene tra disoccupazione e inattività. Un problema sociale esplosivo, finora trascurato per incapacità, ma che va affrontato frontalmente.

Quindi come si esce dalla crisi? Con una regione imprenditrice che investe in settori strategici - economia circolare, innovazione, servizi pubblici avanzati per infanzia e terza età - con la capacità di chiudere la stagione dei fondi a pioggia e porre due paletti: ti diamo soldi pubblici se assicuri conversione ecologica delle produzioni e stabilizzazione delle lavoratrici e dei lavoratori. E mi meraviglio che il Presidente Rossi, dopo aver tuonato contro i furbetti della CIG, oggi continui alla fine della sua epoca politica a distribuire queste risorse pubbliche europee senza le necessarie garanzie di svolta verde e giustizia sociale. La Toscana avrà un futuro guidato dalla politica regionale solo se questa virerà verso un nuovo modello di sviluppo: sostenibile e solidale. Solo così assicureremo un altro lavoro possibile, stabile e sicuro, per tutte e tutti. Vero obiettivo di una Toscana a Sinistra.

E in provincia di Pisa?

Nell’area pisana Irpet ci dice che la produzione industriale è crollata del 23,7%. E' evidente che questo si trascinerà dietro e si sta già trascinando licenziamenti e incertezza per chi vive qui, in particolare per le giovani e per i giovani. Come ne usciamo? Insieme. Dobbiamo parlare con il tessuto produttivo esistente, sederci al tavolo, concordare un piano vero di sviluppo sostenibile e solidale che tiri fuori il massimo e il meglio possibile anche da quest'area. Io non vengo qui a raccontarvi sparate elettorali come l'Arno Valley. Ho letto che Giani è tornato su questa suggestione. Facciamola, non ne parliamo ora. Sediamoci al tavolo con imprese, sindacati, istituzioni e facciamo sistema. Noi come Regione vincoleremo il nostro sostegno solo a due punti imprescindibili: conversione ecologica delle produzioni e creazione di nuovo lavoro stabile. I fondi regionali, con me Presidente e Toscana a Sinistra in maggioranza, andranno solo a chi assicura questi due requisiti.

Poi per Pisa è evidente e cruciale lo sviluppo aeroportuale. Sviluppo inteso in senso più politico che infrastrutturale. Pisa è l'aeroporto della Toscana. Punto. Toscana Aeroporti deve rassegnarsi, alla bocciatura della giustizia amministrativa seguirà la bocciatura della giustizia politica. Con noi al governo regionale non ci sarà alcuna nuova pista di Peretola, dove faremo uno splendido Parco per far respirare le cittadine e i cittadini della piana. Ma chiederemo a Pisa, alle pisane e ai pisani di distribuire un po' del loro turismo centralizzato su Piazza dei Miracoli verso anche gli altri bei centri della vostra provincia. C'è chi a Chianni vede come futuro una discarica, come accaduto a Peccioli. Io dico che vedo nel loro futuro il turismo lento, enogastronomico, culturale e una doverosa bonifica. Per ripopolare questi splendidi comuni del pisano, penso ad esempio a Volterra, serve quanto chiede la cittadinanza da tempo e la regione ha ignorato. Serve un punto nascite e servono servizi pubblici essenziali efficienti. Serve una rete internet efficiente, servono poche opere utili infrastrutturali per prevenire il dissesto idrogeologico, per rendere le strade più sicure, per far viaggiare in treno cittadinanza, turiste e turisti. Con quanto il Pd ha messo sul buco della Foster a Firenze ci rifacevamo mezza Toscana così. Quindi capite che la scelta politica è decisiva. Non esistono territori marginali, ma solo territori marginalizzati da scelte politiche sbagliate. Smettiamo di farle e rifioriranno.

Si rivolga agli elettori: perché dovrebbero votarla?

Perché sono l'unico in grado di battere Eugenio Giani al ballottaggio e perché ogni parola che ho pronunciato, ogni impegno che ho preso, sarà tradotto in atti amministrativi capaci di rendere tutte le toscane e tutti toscani finalmente felici.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Regionali, intervista a Tommaso Fattori: "Dobbiamo superare insieme il dramma della precarietà"

PisaToday è in caricamento