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Elezioni regionali Toscana 2020

Barzanti (Pci): "Un fronte comune per cambiare la Toscana e l'Italia"

Il candidato a presidente della Regione lancia l'idea di una "piattaforma di confronto con gli altri partiti comunisti e della sinistra di classe che mettono al centro i diritti"

“Proprio da Camp Darby, dove siamo venuti a manifestare per chiedere che l'Italia esca dalla Nato e non si faccia più coinvolgere dagli Usa in missioni ed operazioni di guerra, dove confermiamo la nostra contrarietà alla presenza di una base americana tra Livorno e Pisa e dove ci pronunciamo contro un suo ulteriore allargamento, voglio lanciare un'idea: dar vita a una piattaforma di confronto con gli altri partiti comunisti e della sinistra di classe che mettono al centro il lavoro, la sanità, la scuola, la pace, i diritti, la solidarietà e il progresso perché, pur mantenendo ognuno la propria autonomia, ognuno la propria specificità, dobbiamo iniziare a costruire tutti assieme un fronte politico comune in grado cambiare la Toscana e l'Italia”.

Marco Barzanti, segretario regionale del Pci e candidato a presidente della regione Toscana, ha scelto la manifestazione davanti ai cancelli della base militare di Camp Darby di oggi, martedì 15 settembre, per lanciare l'idea di una piattaforma di consultazione costante con le altre forze comuniste, della sinistra di classe e del lavoro, al fine di “realizzare anche un fronte elettorale in grado di vincere od ottenere grandi consensi perché bisogna mettersi in testa che solo unendo le forze si può invertire la rotta, tutelare la grande massa degli uomini e delle donne che oggi sono sfruttate, mettere all'angolo una politica finta progressista che fa solo gli interessi dei grandi sistemi finanziari e bancari”.

"Un punto comune - prosegue Barzanti - è la convinzione che l'esercito americano deve lasciare questa area. La sua presenza a Camp Darby è anacronistica e superata dalla storia. Vogliamo che questi terreni vengano resi alle popolazioni, vogliamo che l'Italia smetta di investire in armamenti e in aerei da guerra. Diciamo no alle spese militari. I soldi risparmiati potrebbero servire a costruire ospedali, scuole, strade ed anche a creare lavoro per i giovani”.

Molti sono i punti che accomunano le forze comuniste attualmente divise. Uno di questi, ha precisato Barzanti, è il No al referendum costituzionale sulla riduzione del numero dei parlamentari. "Il Partito comunista italiano - ha concluso Barzanti - è contro questa scellerata manovra su cui, non a caso, sono d'accordo tutti i partiti che monopolizzano il Parlamente. Chiediamo al popolo italiano di aprire gli occhi. Se il vero obiettivo fosse quello di tagliare i costi della politica basterebbe ridurre le indennità di deputati e senatori, non effettuare modifiche alla Costituzione. Ma il vero obiettivo non è quello, è invece svilire la rappresentanza popolare e condannare l'Italia a un'ulteriore concentrazione del potere nelle mani di pochi, a danno dei territori più marginali e delle assai già maltrattate minoranze. Votare No significa voler ripartire dalla Costituzione figlia della Resistenza, che va attuata e non stravolta”.

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