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Elezioni Politiche 2013

Elezioni politiche 2013, Maria Chiara Carrozza: da Pisa al Parlamento con il PD

Pisatoday ha intervistato la candidata capolista alla Camera in Toscana alle prossime elezioni di febbraio. Carrozza ha accettato la proposta di Pierluigi Bersani ed è scesa in campo per la corsa a Montecitorio

Tutto pronto o quasi per le elezioni politiche dei prossimi 24-25 febbraio. Liste presentate e campagna elettorale che entra nel vivo. Il Partito Democratico dà ampio spazio al gentil sesso con la candidatura di due donne come capolista di Camera e Senato in Toscana: si tratta rispettivamente della pisana Maria Chiara Carrozza e di Valeria Fedeli. Abbiamo intervistato il rettore della Scuola Superiore Sant'Anna, che ormai ha lasciato la dirigenza della scuola d'eccellenza al prorettore vicario Pierdomenico Perata, per dedicarsi al programma elettorale.

1) Dottoressa Carrozza, ci parli di lei.

"Sono nata a Pisa 47 anni fa e sono madre di due figli. Mi sono laureata in fisica con una tesi sperimentale di Fisica delle Particelle Elementari svolta al CERN di Ginevra. Dopo la laurea ho iniziato un dottorato di ricerca in ingegneria alla Scuola Superiore Sant’Anna. Sono ormai vent'anni che lavoro nel settore della ingegneria biomedica ed in particolare della biorobotica. La mia specializzazione è la neuro-robotica che studia il ponte fra neuroscienze e robotica con grandi obiettivi come il recupero funzionale e il ripristino delle capacità motorie in pazienti affetti da disabilità originate da patologie o da traumi.
Alla Scuola ho avuto responsabilità di gestione dei programmi di ricerca su delega del Direttore nel 2005 e poi sono stata eletta Direttore, equivalente a Rettore, nel 2007. Il mio lavoro nel campo della biorobotica mi ha portato a lavorare e studiare in tutto il mondo, ho collaborato, tenuto lezioni e gestito programmi in tante università e centri di ricerca e questa è stata l’esperienza più bella della mia vita: ho visitato e frequentato il MIT e Stanford negli Stati Uniti, centri di ricerca Coreani, come il KIST e il KAIST, e università giapponesi di primo piano a Tokyo. Recentemente ho frequentato molto la Cina, Pechino, Shanghai, Chongqing e sono diventata honorary professor in una università cinese a Hanghzou, dove ho seguito studenti e esperimenti di ricerca. Ho dato vita a laboratori e progetti di ricerca in collaborazione con grandi e piccole imprese, affrontando il tema dell’innovazione e della ricerca industriale. Ho anche alcuni brevetti nati dalla ricerca e ho partecipato alla nascita di spin-off e start-up interessandomi direttamente del problema della valorizzazione delle ricerche".

2) Ha esperienze precedenti in politica?

"Sì, dal 2009 sono Presidente del Forum Università, Saperi e Ricerca del Partito Democratico. La mia esperienza politica si è compiuta praticamente in parallelo rispetto a quella degli ultimi anni di Pierluigi Bersani, che conobbi a Pisa in occasione di ‘Manifutura’, evento su temi economici svoltosi alla Leopolda nel 2008. L’attuale segretario dopo il mio intervento mi invitò a Roma per un successivo convegno e, dopo essere stato eletto alla guida del Partito Democratico, mi propose come Presidente del Forum”.

3) Dottoressa Carrozza, come è nata l'idea della sua candidatura?

"L’idea è nata dopo tre anni di collaborazione su temi e contenuti nell’ambito del Forum. Mi sono trovata a collaborare con la segreteria e con Marco Meloni, il responsabile università e ricerca, ed abbiamo condiviso la costruzione di un percorso con l’obiettivo di riportare questi temi all’ordine del giorno della politica italiana. Non si tratta di inventare norme ma di lavorare sui contenuti tenendo in considerazione anche che è emerso recentemente che solo il 2 per cento della popolazione italiana ritenga l’istruzione una priorità per il paese. Penso che Bersani mi abbia chiesto di accettare una candidatura per lavorare su questi temi. Ed io ho colto questa prospettiva di riuscire a migliorare università e ricerca, a cui, in maniera inevitabile, si legano le questioni dell’innovazione e delle nuove tecnologie, del lavoro e di tutti gli aspetti del welfare, dalla scuola alla sanità. Adesso sto portando avanti la campagna per il mio Partito, dedicandomi all’ascolto, a conoscere storie, situazioni ed elaborare proposte di riforma insieme ai militanti, agli iscritti e agli altri candidati. E’ una bella sfida, per me entusiasmante e nuova, piena di esperienze umanamente ricche e, per una persona curiosa e positiva come me, si tratta di imparare a conoscere e 'servire' un progetto, quello del Partito Democratico".

4) Cosa pensa delle critiche ai parlamentari considerati una 'casta'?

"Alcuni parlamentari e rappresentanti del popolo eletti altrove, penso ad alcune Regioni, hanno tenuto comportamenti indegni. Sì, proprio indegni, per chi ha avuto l’onore di rappresentare i cittadini. Allo stesso modo ci sono alcune ‘storture’ che devono essere ridimensionate. Bisogna correggere, limare, soprattutto tagliare gli sprechi, quelli autentici, ovviamente, senza definire ‘casta’ tutti coloro che si impegnano in politica. Se tutti i politici sono considerati ‘casta’ non facciamo emergere il valore e l’impegno delle tante donne e dei tanti uomini che hanno lavorato, molto e bene. A chi parla genericamente di casta, devo rispondere di andare a fare un giro per l’Italia ed incontrare i tanti volontari che si impegnano per questo progetto, per migliorare l’Italia, per lo stato sociale per i servizi pubblici e per dare una mano alle imprese in difficoltà. Non si deve mai generalizzare ma sempre entrare nel merito. Il pensiero unico che appiattisce e descrive tutto con slogan denigranti è fortemente antidemocratico e pericoloso per l’Italia e il suo futuro".

5) Ritiene che il numero dei parlamentari debba essere ridotto per diminuire i costi a carico dei cittadini?

"L’obiettivo prioritario è restituire al Parlamento quell’autorevolezza minata dai comportamenti indegni di cui parlavo prima. E’ opportuno ridurre il numero dei parlamentari senza perdere la rappresentatività dei territori. Credo che, più del numero totale dei parlamentari, sia la capacità di incidere dei singoli e dei partiti in cui si riconoscono a inficiare, o a sottolineare in positivo, la qualità del lavoro. Non basta ridurre il numero dei parlamentari, è prioritario restituire autorevolezza e rappresentatività al Parlamento, partendo da nuove leggi elettorali. Del resto il numero dei parlamentari non ha mai impedito la crescita del paese nei decenni post bellici".  

6) Qualora venisse eletta ha intenzione di portare all'attenzione del Parlamento problematiche locali? Se sì, quali?

“Pisa ha la fortuna di costituire una città, anzi ‘un sistema’ unico in Italia per una città di circa 90mila abitanti, con uno straordinario sistema integrato di istituzioni dedite alla ricerca. I saperi, la conoscenza, la cultura, l’innovazione fanno parte del tessuto e dell’identità più profonda di Pisa. Farsi portavoce delle istanze di un territorio come questo significa contribuire allo sviluppo dell’intero Paese. Avevo accennato alla mia campagna elettorale basata sull’ascolto. Anche dopo che sarò eletta vorrò mantenere questo ponte con la mia città, perché ritengo che la politica nazionale debba essere profondamente legata al territorio ed esserne l’espressione nell’interesse generale".

7) Se fosse per lei quale sarebbe la prima legge che il Parlamento dovrebbe adottare nella prossima legislatura?ù

“Non esiste ‘la’ priorità, sono numerosi i temi e le istanze alle quali bisogna dare seguito in tempi ragionevoli, ma celeri. Abbiamo bisogno di costruire una nuova visione per l’Italia, individuare stimoli di riflessione e costruire politiche che ad essi si ispirano. Ma se proprio dovessi individuarne una, partirei da quanto ha detto Bersani sul conflitto di interessi da cui sono dipese molte storture politiche del recente passato di questo paese".

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