Emergenza abitativa e minori: Pisa segnalata al Garante nazionale per i diritti dell'infanzia
L'azione è portata avanti da Una città in comune e Rifondazione Comunista: "Situazioni umilianti ad altissimo rischio di esclusione e di marginalizzazione"
Una segnalazione al Garante nazionale per i diritti dell’infanzia sulla "grave situazione in cui si trovano decine e decine di minori nella nostra città, le cui famiglie hanno subito uno sfratto per finita locazione o per morosità incolpevole". La hanno inoltrata Una città in comune e Rifondazione Comunista, come annunciato nella scorsa analisi e nuova denuncia circa sfratti e albergazioni, alla luce di "un'emergenza abitativa che sta esplodendo". I numeri di fine agosto vedono le richieste dell'uso della forza pubblica per l'esecuzione degli sfratti ammontare a circa 140 casi, per la maggior parte verso famiglie con minori. Molte le sistemazioni in albergo, a Pisa: 19 single e 25 nuclei, per un totale di 128 persone, di cui 60 sono minori.
"Noi abbiamo interessato il Garante - spiegano in una nota Ucic e Rc - perchè riteniamo che questa condizione sia una violazione sistematica di tutte le norme a tutela dei diritti dell'infanzia, a partire dalla Convenzione Internazionale dei Diritti del Fanciullo che impone di mettere al centro i minori ed il loro superiore interesse in tutte le scelte politiche delle istituzioni. L’esecuzione dello sfratto costituisce per il minore un trauma lesivo della propria integrità psico-fisica soprattutto se, come accade nel Comune di Pisa, esso avviene senza un un progetto di supporto dei servizi sociali".
Ripercorrendo la trafila che viene fatta, "il minore è costretto a recarsi presso la sede della Società della Salute insieme al proprio nucleo familiare senza conoscere la soluzione abitativa che gli verrà riservata e che nel 90% dei casi è l’albergazione in coabitazione, che spesso dura non meno di 12-18 mesi. Da quel momento i bambini e le bambine sono obbligati a vivere in un unico locale assieme alle proprie famiglie (o in coabitazione con altre famiglie) senza disporre delle condizioni adeguate per poter studiare, riposare e trascorrere il proprio tempo libero. Oltre a questo, la condizione di precarietà abitativa non permette alcun radicamento sociale ed è di pregiudizio alla frequentazione della scuola e dei luoghi di socialità. Se si pensa che l'attuale condizione di privazione interviene dopo gli anni di isolamento dei minori per effetto della pandemia, si ha l'idea della gravità del danno perpetrato".
"Negli ultimi giorni grazie ai sindacati degli inquilini sono stati segnalati al Servizio Sociale della Società della Salute di Pisa alcuni episodi emblematici che confermano una situazione insostenibile: un nucleo familiare di cinque persone con tre minori costretti a dormire in auto; un nucleo familiare con due minori che vive in una roulotte; madre e figlia sfrattati e costretti a vivere in coabitazione con un uomo". Casi limite purtroppo noti a cui "si vanno ad aggiungere quelli 'ordinari', in cui i minori sono costretti a vivere in una camera senza scrivania, utilizzando gli spazi comuni con altre famiglie". Da qua l'azione verso il Garante, in quanto simili situazioni "così umilianti" presentano un "altissimo rischio di esclusione e di marginalizzazione".