Fusione Pisa-Livorno, Pieroni: "Gettiamo le basi per lo sviluppo"
L'ipotesi di un'unione tra la Provincia pisana e quella livornese spinge il presidente Andrea Pieroni a scrivere al collega Kutufà per far crescere i due territori come una sola entità
Quello che fino ad oggi era una semplice ipotesi potrebbe diventare realtà. Almeno le intenzioni del premier Mario Monti sembrano andare nella direzione di una riduzione delle province, da 107 a 54, ovvero un dimezzamento che andrà inevitabilmente a colpire anche la Toscana, con Siena che si avvicina a Grosseto, Massa a Lucca, Pisa a...Livorno. Ebbene sì, la storica rivalità, calcistica e non, tra le due città sembra destinata ad essere messa da parte in nome di una collaborazione per la crescita di un territorio che ha bisogno di armonia e serenità per essere amministrato nel migliore dei modi.
E se il nodo dei debiti, con la Provincia di Pisa decisamente in rosso rispetto a quella di Livorno, fa storcere la bocca al presidente labronico Giorgio Kutufà ("I livornesi andranno a pagare i debiti dei pisani"), il presidente della Provincia di Pisa Andrea Pieroni richiama al buon senso, invitando a costruire le basi della maxi-provincia in questi due anni che mancano alla fine della legislatura, un tempo utile per sviluppare e rafforzare il tessuto economico ed industriale.
"Le nostre due Province, al di là del campanilismo che più fuori che dentro i nostri confini ci fa dividere, sono, nei fatti, interconnesse profondamente: il sistema delle infrastrutture (strade, aeroporto, interporto, porto e vie d'acqua) e dell'istruzione (università, alta formazione, distretti tecnologici) ci vedono da tempo uniti - scrive il presidente Pieroni in una lettera aperta al collega Kutufà - abbiamo territori che già oggi sono strettamente collegati, penso alla Valdicecina, o realtà produttive che operano a cavallo delle due Province, su tutte l'industria Solvay e per esempio la Continental, ed altre realtà, come la base di Camp Darby, che tagliano entrambi i confini pisani e livornesi".