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Il ruolo dell'Area pisana nel nuovo assetto istituzionale

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PisaToday

Il Comune di Pisa e i comuni dell’area pisana sono chiamati a svolgere un ruolo attivo in una fase importante di riordino istituzionale e di scelte di programmazione per far valere appieno le funzioni metropolitane che esprimono, patrimonio d’importanza essenziale dell’aerea vasta della Toscana Costiera e per le strategie di sviluppo innovativo e di crescita sostenibile della regione, per promuovere i progetti impegnativi che sono in campo, che sono parte del Programma di Mandato e che sono stati oggetto di intese. Ciò richiede una chiara coerenza d’indirizzo politico che vogliamo contribuire a formare.

Il Programma di mandato del Presidente della Giunta Regionale e la proposta di PRS della Giunta si devono leggere alla luce:

  • del quadro di riordino istituzionale complessivo che ha visto il superamento delle Province come enti di primo livello elettivo, l’istituzione delle città metropolitane, con gli sviluppi dell’attuazione della Legge Delrio e della riforma costituzionale, che ridefinisce le materie di competenza delle regioni e, all’art. 40, prevede gli sviluppi per gli enti di area vasta;
  • delle difficoltà finanziarie ed organizzative (limiti imposti al turn over del personale, blocco contratti del personale, ecc.) delle autonomie locali, di squilibri tali da richiedere la massima attenzione anche nella relazione fra comuni e Regione.

Esistono differenti classificazioni di aree urbane. Secondo l’OECD, in cooperazione con la Commissione europea ed Eurostat, un’area urbana è un’unità economica funzionale, caratterizzata da “nuclei urbani” densamente abitati e “hinterland” in cui in mercato del lavoro è fortemente integrato con i nuclei.

Sicuramente una forma di “governo metropolitano” (ovvero un assetto dei poteri istituzionali locali diversi dal singolo comune) ha senso quando l’organizzazione amministrativa locale è evidentemente inadeguata per il governo di un vasto aggregato a diffuso carattere urbano e che dunque si necessiti di un nuovo livello di governo per gestire i problemi di una realtà territoriale oggettivamente più complessa, intervenendo sullo sviluppo economico, sui flussi di merci e persone, sulla pianificazione territoriale, economizzando risorse e superando complicatezze organizzative-burocratiche.

Nell’esperienza europea, in forte evoluzione, i singoli paesi non hanno mai inteso riorganizzare il proprio assetto amministrativo istituendo specifici “enti metropolitani” (come accaduto con le “città metropolitane” in Italia), ma sono stati assegnati status specifici a singoli territori (è il caso delle città-Lander tedesche o della comunità autonoma di Madrid) o si è riconosciuta la legittimazione di specifici territori ad associarsi per gestire assieme le problematiche di carattere metropolitano (è il caso di Barcellona o delle città francesi). La differenziazione ha contribuito a definire i nuovi sistemi di governance.

La proposta di PRS della Giunta regionale tiene conto di queste spinte verso bacini (le “zone”) che, anche in funzione delle difficoltà finanziarie e organizzative dei piccoli Comuni, siano ottimali per l’esercizio delle funzioni di competenza regionale. In questo senso, il rischio è un non corretto dimensionamento di questi bacini e perciò si richiede una solida motivazione delle scelte e un confronto fra Regione e comuni.

L’Area pisana, come assunto nel “Piano Strategico”, nel Programma di Mandato e come dimostrato dagli studi recenti elaborati dall’Irpet, costituisce di certo un’area urbana omogenea che, per importanti servizi di carattere metropolitano, di valenza regionale e nazionale, sanità, alta formazione e ricerca, infrastrutture di trasporto (aeroporto, ferrovia, viabilità di grande comunicazione) assume anche il ruolo di polo di attrazione dall’esterno dell’area, com’è dimostrato dall’imponente domanda di mobilità.

L’Area Pisana deve progredire nell’integrazione dei servizi per i cittadini e gli ospiti, in modo che i benefici siano superiori ai costi, nella programmazione territoriale unificata (Piano Strutturale di Area), basando la sua prospettiva in primo luogo su attività economiche fondate sulla qualità del capitale umano: questa caratteristica, la presenza di un forte tessuto economico innovativo, fa la forza e la centralità dell’Area Pisana nella Toscana Costiera e distingue il vero sistema metropolitano di dimensione europea che salda la Toscana Costiera a Firenze e alla Toscana Centrale e ha anche in Pisa e nell’area pisana un importante polo di riferimento.

Gli individui, lavoratori dipendenti e imprenditori, in un sistema economico complesso come quello urbano, fortemente terziarizzato,  sono i veri creatori di innovazione e scelgono di stare in un territorio se ci stanno bene; il territorio attrae e trattiene capitale umano, oltre che per le opportunità professionali disponibili, anche per la qualità di vita offerta; il lavoro che si crea in attività manifatturiere e in servizi ad alto tasso d’innovazione ne produce altrettanto nelle attività economiche di base, crea attrazione residenziale, spinge all’innovazione dei tessuti urbani.

La Regione, che in tutti i documenti di programmazione riconosce giustamente le diversità dei territori come una ricchezza, deve favorire, come ha fatto nel passato, questi processi, investendo su tutti i motori di sviluppo, creando le condizioni perché nella Toscana Costiera siano contemperati gli interventi strategici nelle aree di maggiore crisi con quelli necessari a consolidare crescita delle imprese innovative (Ict, robotica, biomedicale, innovazione energetica), sistemi economici e distretti (metalmeccanico, cuoio) e turismo.

In questo quadro, relativamente all’area pisana e per l’intera regione, tutti gli attori istituzionali e le forze economiche e sociali dovrebbero impegnarsi anche per:

  • il raggiungimento degli obiettivi del Piano di sviluppo aeroportuale, l’incremento dei servizi e l’integrazione con il quartiere che lo ospita;
  • la realizzazione delle infrastrutture viarie programmate (viabilità a Nord-Est, connessa al completamento del Nuovo Ospedale) e per l’ottimizzazione dell’impiego di quelle esistenti (Ss Aurelia e Corridoio Autostradale Tirrenico); per la velocizzazione e la modernizzazione dei collegamenti ferroviari fra Pisa e Firenze (per la connessione della Toscana Costiera all’alta velocità ferroviaria e per il sistema aeroportuale integrato) e per nuovi sistemi di mobilità urbana (mobilità elettrica, ciclabilità), di connessione con i territori circostanti serviti dai servizi metropolitani della città e per la valorizzazione delle vie d’acqua;
  • la promozione di imprese e servizi nei settori innovativi e per il rinnovamento della gestione dei “poli tecnologici”, obiettivo che richiede un aggiornamento specifico del “piano Strategico” dell’Area Pisana; su questi temi sta per essere firmato un protocollo importante per il coordinamento dei poli tecnologici;
  • il compimento della realizzazione del Nuovo Ospedale Santa Chiara a Cisanello e per il potenziamento della rete dei servizi territoriali;
  • Il finanziamento dei progetti di edilizia sociale e studentesca secondo i progetti in corso e gli impegni concordati;
  • il sostegno alla valorizzazione economica dei beni culturali già recuperati, delle risorse del Litorale Pisano e del Parco Naturale;
  • il sostegno alla promozione del turismo, in una sistema di offerta che dia dinamismo e prospettiva.

Dunque nella definizione del sistema istituzionale e delle funzioni di programmazione o di nuovi sistemi di governo, si pone un problema di più alta portata, che non è soltanto quello della corretta gestione dei servizi.

Esistono aree omogenee a un più alto livello: economico, strategico e infrastrutturale. L’area fiorentina e della Toscana Centrale ha caratterizzazioni sue proprie come quella costiera. Bisogna tenere conto delle diversità come ricchezza e investire con pari attenzione sul fronte delle infrastrutture e dell’innovazione. Si devono valorizzare tutte le caratteristiche delle singole aree e, insieme, bisogna potenziare tutti i “collegamenti materiali e immateriali”.

Le previsioni proposte dalla Giunta regionale prevedono “intese con la Città Metropolitana di Firenze di attuazione del PRS e del Piano strategico”; prevedono, poi, di aree socio economiche, come aggregazione delle “zone” di gestione di funzioni , quali “ambiti di analisi e di confronto con le forze economiche e sociali, di rilevazione dei bisogni e contribuzione alla progettazione delle politiche regionali” affermando che sia “da evitare l’individuazione con legge di organismi e tantomeno di indicarne i componenti”.

Si ritiene opportuno che nelle “aree”, adeguatamente dimensionate tenendo conto del patrimonio storico, culturale, scientifico, economico e sociale, sia previsto uno strumento istituzionale, che potrebbe essere almeno una Conferenza dei Sindaci, che promuova la concertazione con le forze sociali ed economiche del territorio che si stanno riorganizzando in dimensioni di area vasta (aggregando più realtà provinciali) e che devono rimanere interlocutrici del livello istituzionale locale, nonché con il livello istituzionale regionale.

In questo quadro, il ruolo dell’Area pisana deve necessariamente essere rafforzato attraverso un’integrazione delle funzioni e dei servizi dei Comuni nella nuova prospettiva istituzionale che la deve vedere come protagonista nell’area costiera e nei rapporti con l’area fiorentina con la quale costituisce un asse fondamentale per l’economia regionale.

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