rotate-mobile
Politica

Inchiesta keu, Diritti in Comune: "Un primo bilancio del nostro monitoraggio sul territorio comunale"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PisaToday

Lo scorso 23 aprile abbiamo inviato una lettera agli enti pubblici del nostro territorio per avere informazioni su eventuali appalti, subappalti o forniture eventualmente dati negli ultimi 5 anni alle 3 ditte indagate nella inchiesta Keu: Lerose, Kyterion e Cantini Mario Srl.
A distanza di un mese e mezzo vogliamo fare un bilancio di questo lavoro di monitoraggio affinchè anche la cittadinanza sia opportunamente informata.
In questo periodo, infatti, hanno prontamente risposto a questa richiesta l’Azienda Ospedalieria Pisana, l’Ardsu, l’Università di Pisa e la Provincia di Pisa e da parte di tutte e quattro, alla luce delle verifiche fatte, i riscontri sono stati negativi, cosa che ovviamente è positiva.
Ad oggi invece non abbiamo avuto alcuna risposta né dal Comune di Pisa né da Pisamo, che nuovamente sollecitiamo a verificare e dare un riscontro. Al contempo abbiamo anche deciso di estendere le verifiche anche ad altre società partecipate dal Comune di Pisa a partire da Geofor.
Tutto questo lavoro mentre siamo in attesa dei riscontri da parte di Arpat sulle verifiche al cantiere ex-Vacis alla luce di quanto riferito un mese fa dal dirigente di Arpat in prima commissione consiliare permanente per capire la presenza di possibili fattori inquinanti. E in questo caso come per quanto riguarda l’aeroporto militare, dove stanno per iniziare i lavori di bonifica, riteniamo però necessario capire e accertare come i materiali contaminati siano arrivati in questi cantieri e se da parte delle stazioni appaltanti, una delle quali è lo stesso Ministero della Difesa– sono state fatte tutte le verifiche al momento dovuto. Poniamo anche una domanda: “quanto sono stati pagati questi materiali?” Infatti il prezzo è una possibile spia di allarme rispetto ad una situazione di potenziale irregolarità. Su questo rinnoviamo la richiesta che il Ministero faccia subito chiarezza.
L’inchiesta “keu”, infatti, oltre a rendere evidente l’esistenza di un articolato sistema politico-imprenditoriale-mafioso nella nostra Regione, mette a nudo la necessità da parte delle stazioni appaltanti pubbliche di dotarsi di regole più stringenti e di strumenti più efficaci per i controlli. Parliamo, innanzitutto, di un serio sistema di tracciamento di questi materiali che, come le tante inchieste di questi anni hanno messo in luce, rappresentano sempre più una vera e propria merce che viene posta, in forme illegali ma anche legali, sul mercato. Riflessioni che sono doverose anche alla luce del dibattito regionale, latente da tempo ma riaccesosi recentemente, sul futuro dello smaltimento in Toscana, in un momento storico in cui tanti siti di stoccaggio stanno giungendo a fine vita. In tutto questo il sistema Santa Croce insegna che è l'ora di rivoluzionare tutta la normativa alla base della concessione (demandata anche a enti locali e provincie) di deroghe alle autorizzazioni ambientali. Pensare un futuro sostenibile per le nostre produzioni industriali significa pensare al futuro del lavoro in Toscana, che non deve e non può, che lo si voglia o meno, procedere ignorando la questione ambientale.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Inchiesta keu, Diritti in Comune: "Un primo bilancio del nostro monitoraggio sul territorio comunale"

PisaToday è in caricamento