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Presentata alla Commissione Europea l'interrogazione sulla base militare di Coltano

L'atto ispettivo, lanciato da Una città in comune e Rifondazione comunista, è stato presentato dall'europarlamentare del gruppo 'The Left' Marc Botenga

"Può la Commissione Europea controllare che l'uso di fondi europei per la costruzione di una base militare sia compatibile con la legislazione europea?". Si chiude con questa richiesta l'interrogazione, proprio alla Commissione Europea, presentata dall'europarlamentare del gruppo 'The Left' Marc Botenga, azione promossa da Una città in Comune e Rifondazione comunist, in prosecuzione della mobilitazione guidata dal Movimento No Base contro l'installazione delle strutture dei Carabinieri a Coltano. Una ricerca di chiarezza "tanto più opportuna - scrive in una nota il gruppo di Diritti in Comune - visto che abbiamo scoperto grazie ad un nostro question time che mercoledì 14 il sindaco di Pisa incontrerà il Ministro della Difesa Crosetto, per concordare nuovi piani per dare il via libera al progetto. Ancora una volta chi governa agisce tenendo all'oscuro la cittadinanza tutelando gli affari connessi alla economia di guerra".

"Il Governo - sostengono le liste di sinistra - per costruire la base vorrebbe usare le risorse del fondo per lo sviluppo e la coesione e con le 'procedure di semplificazione e snellimento' del Pnrr. Il fondo in questione si rifà all'art. 119 della Costituzione, laddove lo Stato destina risorse aggiuntive per 'promuovere lo sviluppo economico, la coesione e la solidarietà sociale, per rimuovere gli squilibri economici e sociali, per favorire l’effettivo esercizio dei diritti della persona'. E' evidente che le risorse di questo fondo non possono essere usate per una base militare che non è in alcun modo promotrice di sviluppo economico, coesione e solidarietà sociale, o fattore di rimozioni di squilibri economici e sociali, anzi l'opposto. Si usano ancora una volta i soldi che dovrebbero essere destinati ai bisogni della collettività per favorire un'economia militare, di guerra, senza nessuna ricaduta positiva sui territori che dovrebbero ospitare questa base. Da qui anche la gara tra Giani e Conti, tra centrodestra e centrosinistra per accaparrarsi un'opera inutile di devastante impatto ambientale, ancora prevista all’interno di un parco naturale".

"Mettiamo questo ulteriore tassello - concludono - e attendiamo la risposta della Commissione Europea consapevoli che bisogna continuare a dare corpo alla mobilitazione sul territorio, al Movimento No base e al Comitato per la Difesa di Coltano, contro una classe politica che è unanimemente concorde nel fare la base. Il primo passo è il ritiro dei decreti che danno il via al progetto e al tavolo interistituzionale sulla sua collocazione, riutilizzando i 190 milioni di euro previsti per le priorità sociali ed ambientali del territorio".

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