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Politica

Le pensioni ultimo ammortizzatore sociale delle famiglie italiane: alcuni casi a Pisa e provincia

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PisaToday
Non siamo in Grecia dove migliaia di pensionati racimolano ai cassonetti dei mercati gli scarti di frutta e verdura ma la Grecia è piu' vicina di quanto si creda.
Non siamo noi a dirlo ma i dati Istat.
Anche a Pisa la situazione sociale inizia a palesare non pochi problemi soprattutto nei quartieri popolari.
Anna 76 anni, pensione sociale, vive da sempre nelle case popolari, fino ad poco fa  da sola, ora ospita nipote e figlio di lei in età scolare. In casa entrano 750 euro comprensivi tra l'assegno di Anna e i lavoretti saltuari della nipote. Anna dorme in salotto e ha ceduto la sua unica camera ai piu' giovani, senza di lei la famiglia non esisterebbe, non avrebbe reddito alcuno . Sono contenta di avere restituito dignità a mia nipote di 38 anni, ma quando non ci saro' piu' chi penserà a lei e al piccolo?
Marco 72 anni, ben portati, vive da 30 anni in San Giusto, va a pesca quando non fa troppo freddo e riesce a tirare su un po' di soldi con i quali andare avanti. Ha lavorato fino a 54 anni in una fabbrica che ha chiuso, allora era troppo vecchio per trovare lavoro
Il risultato? Il suo assegno previdenziale non arriva a 800 euro con 30 anni di contributi . Ho una Panda di 15 anni, un motorino di 10, fino a 70 anni fa ho fatto le pulizie in un ristorante , ovviamente al nero. Con i miei soldi viviamo  in 4, la moglie (400 euro di pensione) e un figlio disoccupato di 34 anni e la sua compagna, entrambi senza lavoro con occupazioni saltuarie con i voucher. Senza di me ,dice Marco, sarebbero alla stazione tra i senza tetto, 1200 euro , 450 di affitto, attendiamo risposte dall'apes per una casa popolare- Non posso permettermi di stare a casa, con qualche lavoretto tiro su 200\300 euro con cui almeno paghiamo luce acqua e gas, non ci sono ristoranti e la spesa si fa ai discount, per fortuna ci sono gli amici con l'orto per la verdura fresca.
Innocenzo 60 anni, in pensione non sa quando potrà andarci, ha pochi anni di contributi, si arrabatta tra voucher e portando i volantini pubblicitari
Per fortuna sono in salute, ho condotto una vita tranquilla, non ho neppure la terza media, mi sono sempre adeguato a lavori umili, per anni ho fatto il garzone al nero, portavo a casa frutta e verdura per la famiglia, pagavo la luce e l'acqua e il resto erano vizi. Poi ti accorgi che hai quasi 40 anni e zero contributi ma quello che trovi è poco e ti devi accontentare di un part time con regolare contratto. Non ho figli e del resto avrei avuto problemi a mantenerli, la mia compagna fa la commessa in un negozio, a 600 euro al mese, per vivere con dignità abbiamo preso in casa la suocera  pensionata delle poste. senza lei non vivremmo
Chiudiamo con Daniele, 53 anni, tre figli e un licenziamento arrivato con la chiusura della fabbrica ad Ospedaletto. Ha il diabete e una salute precaria. Ho due anni di ammortizzatori sociali, a 55 anni chi mi prenderà a lavorare? Mia moglie lavora in un supermercato, almeno con lei si mangia regolarmente. Per pagare l'università ai due figli ci siamo indebitati, poi fatti due conti abbiamo preso a vivere con noi mio padre che ha 1200 euro di pensione. Ci siamo adattati, ci siamo anzi trasferiti da lui , viviamo in una casa di 62 m quadri, ma questi soldi ci servono troppo se vogliamo dare un futuro ai nostri figli.
Alcune riflessioni
Al lavoratore indebitato vittima della bolla finanziaria subentrò la famiglia risparmiatrice, del resto senza i risparmi degli anni settanta ed ottanta numerosi nuclei oggi sarebbero in povertà Le pensioni svolgono un ruolo importante in Italia, quello di ammortizzatore contro la povertà dilagante e il disagio sociale. Secondo l'Istat, nel 2014, avere un pensionato in casa è un'ancora di salvezza per molte famiglie, infatti la povertà colpisce in misura assai maggiore i nuclei senza un pensionato in casa In una immagine demenziale si sono dipinti i giovani come bamboccioni attaccati alla gonne materne, in realtà senza reddito e nella massima precarietà, senza un genitore che paga l'affitto chi potrebbe permettersi di andare a vivere da solo? Allargare il nucleo familiare ad un anziano con assegno previdenziale è un ammortizzatore indispensabile per molti\e, con il calo dell'occupazione che si manifesta attraverso i voucher e con salari da fame.
C'è poi un'altra realtà preoccupante, la miseria che colpisce le famiglie monoreddito o i pensionati che vivono da soli (23,4%). Numerose famiglie dipendono dalla presenza di un pensionato che sopperisce alla assenza di redditi stabili degli altri adulti facenti parte dello stesso nucleo familiare, Istat parla di un 30% dei casi in cui senza la pensione il nucleo non vivrebbe. Ma quante sono le famiglie con pensionati in casa? 12,4 milioni , sono oltre 8 milioni le famiglie per le quali le pensioni rappresentano i due terzi del reddito familiare complessivo. Strano a dirsi ma tutte le statistiche sulla povertà dell'Istat stanno uscendo dopo il 4 Dicembre, dati incontrovertibili che fotografano il disagio sociale ed economico crescente. Parliamo di pensioni medie modeste e di un numero di pensionati che da alcuni anni è calato per gli effetti della Riforma Fornero che ha elevato l'età pensionabile Na all'orizzonte ci sono non pochi problemi derivanti dall'innalzamento dell'età pensionabile e dalla riduzione dei redditi previdenziali per effetto del calcolo contributivo che ha ridotto drasticamente il potere di acquisto delle pensioni e lo stesso importo dell'assegno mensile Se prendiamo i pensionati di 5\6 anni fa e li confrontiamo con quelli che smetteranno di lavorare a fine anno, la differenza dell'assegno previdenziale a parità di mansione \retribuzione nel corso degli anni è di quasi due mila euro all'anno. Per questa ragione aumentano i pensionati che continuano a lavorare e non solo al nero ma con un lavoro autonomo, del resto gli assegni previdenziali dei prossimi anni saranno cosi' bassi da assicurare una esistenza precaria e sulla soglia della povertà, questi sono i risultati delle Riforme previdenziali e della demagogia di chi per anni ha raccontato che si andava in pensione troppo presto e ben remunerati. I veri idioti siamo noi che a queste storielle continuiamo a credere, storielle costruite ad arte per indebolire e dividere la forza lavoro.
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