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Legambiente Pisa: "Recuperare spazi per la vita sociale in città piuttosto che abbandonarli"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PisaToday

Nel giro di una decina di giorni, in una città di piccole dimensioni come Pisa, abbiamo assistito a due azioni che in una situazione come quella che stiamo vivendo risultano a dir poco incomprensibili, se non irresponsabili.
Sono azioni violente, per lo meno dal punto di vista simbolico e politico. Si tratta dello sgombero di due luoghi, importanti culturalmente per motivi diversi, con storie molto diverse, ma accomunati dal fatto che entrambi fino a prima di essere occupati dalla società civile e studentesca attiva, versavano in stato di abbandono.
È inutile ribadire il fatto che in questa città esistono moltissimi spazi pubblici, che non riescono a trovare una fruizione sostenibile e come associazione ambientalista sappiamo bene che quando uno spazio rimane chiuso per un lungo periodo si degrada strutturalmente ed attira degrado, anche sociale.
Le occupazioni di tipo sociale e culturale che animavano sia Il Teatro Rossi Aperto, sia La Zona Rosa - ex Limonaia stavano palesemente facendo virare il destino di questi luoghi dall'abbandono alla cura. Chiunque abbia messo piede in questi spazi sa che tutte le azioni, tutti i progetti messi in campo, creavano la possibilità, per la cittadinanza tutta, di rivivere una relazione con questi spazi pubblici e in stato di abbandono.
Le azioni tese a restituire significato e valore a qualcosa che si sta deteriorando dovrebbero essere tutelate come atti meritevoli di cittadinanza attiva, di generosità, di altruismo, ma soprattutto come atti di responsabilità. Invece ci chiediamo il perché vengano profuse così tante energie e soldi pubblici per interrompere questi percorsi.

Il dialogo fra cittadinanza ed istituzioni sta alla base della fiducia che regge il patto sociale su cui fondiamo il nostro stare insieme: se questo viene sostituito dalla forza che non guarda, non vede e non sente, si arriva facilmente al grottesco: vedere, in una mattinata limpida d'inverno, in un paese che non è più in grado di investire seriamente niente a livello culturale e sociale, le forze dell'ordine intente a portare via la spesa solidale che le attiviste stavano organizzando per chi ne aveva necessità, induce a chiedersi quali sono i valori su cui poggia davvero il paese.

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