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Partito Democratico: costituito il coordinamento provinciale per la candidatura di Stefano Bonaccini

Anche Pisa partecipa e si prepara al congresso Pd per la scelta del nuovo segretario

Sarà Mario Iannella, giurista e responsabile degli enti locali per la federazione, a coordinare la campagna congressuale a sostegno della candidatura a segretario nazionale di Stefano Bonaccini. Ad affiancarlo un coordinamento territoriale composto da 5 under 40, Azzurra Bonaccorsi, Francesca Brogi, Franco Castellani, Jonni Guarguaglini, Sonia Luca.

"Voglio anzitutto ringraziare Mauro Bacci e Raffaele Boninfante - dichiara Mario Iannella - per la disponibilità a dare un supporto organizzativo e per la comunicazione in questa fase, il loro aiuto sarà fondamentale. Proponiamo un coordinamento, che sarà aperto e integrato nelle prossime settimane di cui sono molto orgoglioso: persone già impegnati nel partito o nelle istituzioni, con provenienze politiche e personali diverse, rappresentativo di tutto il territorio provinciale. A questo gruppo si aggiungeranno i componenti della segreteria provinciale, Oreste e Antonio e gli amministratori che hanno manifestato la volontà di sostenere la candidatura di Stefano Bonaccini. Nove sindaci del Partito Democratico hanno sottoscritto già nelle prime ore l’appello degli amministratori a suo sostegno (Alderigi, Angori, Brogi, Buti, Carmassi, Capecchi, Di Maio, Giglioli, Macelloni) e da diversi altri attendiamo un riscontro nei prossimi giorni".

"Abbiamo storie e percorsi diversi, ma siamo accomunati dall’esigenza di tenere unito il partito e rimetterlo sui binari del suo progetto originario: un grande partito che parli trasversalmente all’elettorato italiano e che ambisca a competere con una diversa idea di Paese con la destra al momento al governo. Intorno alla disponibilità di Bonaccini abbiamo raccolto da subito il consenso di quanti vedono in lui il modo per tenere unito il partito, per rinnovarlo attraverso idee profonde di trasformazione della società, per tornare ad occuparci di quei temi (diritti sociali, modelli di crescita, rapporto tra lo Stato e il privato) che abbiamo abbandonato in questi anni. Esperienza, profondità, unitarietà, lo sviluppo di un modello virtuoso tra economia, cittadini e imprese: questi sono i principali contributi che Bonaccini può dare da subito a questo partito".

Prosegue poi con l'analisi Iannella: "Veniamo dal peggior risultato del Partito Democratico in termini numerici e da una sconfitta elettorale in termini di seggi mai registrata dal centro sinistra italiano. Identità non chiara, proposte non credibili o non motivanti, un profilo di partito non allineato con le priorità degli italiani, anche di centrosinistra. Alla radice della sconfitta ci sono molteplici cause, ma l’assenza di una radicale proposta di cambiamento che si occupasse dei problemi più sentiti dagli italiani (nuove forme di tutela dell’ambiente e del lavoro, l’accesso e la tutela dei propri diritti tramite i servizi, le prospettive proprie e collettive delle comunità in cui si vive) che hanno reso anche il nostro stare al governo, deleterio. Questo perché lo abbiamo fatto senza interpretare e proporre una prospettiva, timidi e ridotti alla sola gestione. Ai ministri e alle persone che hanno gestito quella fase diciamo grazie, ma è il momento in cui si affermi qualcosa di nuovo, qualcosa di diverso. E se questo significa che sosterranno un’altra candidatura, ben venga".

"Uno dei testi più importanti della tradizione riformista è Rifare l’Italia di Turati - prosegue - senso di quel discorso era un invito alle migliori forze del mondo socialista e liberale affinché superassero le rivalità e collaborassero alla salvezza del paese. Ma anche un sonoro rimprovero al massimalismo della sinistra. Perché sostengo Stefano Bonaccini? Penso che Stefano sia un amministratore serio che conosce la fatica del riformismo: fare giorno dopo giorno un pezzetto di rivoluzione, cambiare il Paese per pezzi. La risposta alle crisi derivanti della globalizzazione non può essere la difesa dello status quo o la nostalgia per il mondo che fu del lavoro anni ’70. Dobbiamo proporre un modello nuovo di società, contraddistinta da una crescita che sia al contempo inclusiva, nel consentire ad ogni persona la possibilità di accesso e di vedere riconosciuti i propri meriti, e sostenibile, nella doppia dimensione ambientale e di tutela dei bisogni. Come il pubblico tutela i diritti sociali, come immaginiamo la tutela dell’ambiente in termini di opportunità e non di limite, in che modo possiamo configurare una crescita virtuosa e che tenga insieme il Paese. Intorno a questi temi svilupperemo nelle prossime settimane la nostra proposta congressuale. Alcune cose sono già emerse in questa serata, ma c’è molto lavoro da fare e sarà necessario il contributo di tutti. Io credo che l’essere di sinistra non si riduca alla fascinazione per dei testi o tradizioni del nostro passato, ma nasca dalla convinzione che il pensiero liberalsocialista corrisponda, quando declinato al meglio, a quanto di più vicino sia possibile alla realizzazione di un’esistenza che sia al contempo razionale e giusta. Significa impegnarsi per la cooperazione, non per il confronto, per lo spirito di comunità, non per la paura. Significa impegnarsi per l’uguaglianza non perché vogliamo che gli individui siano tutti uguali, ma perché soltanto attraverso la sua tutela nelle differenti condizioni economiche, possiamo assicurare che le nostre individualità si sviluppino a pieno".

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