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Piano strutturale intercomunale di Pisa-Cascina: "Un futuro di cemento e un peggioramento della qualità della vita"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PisaToday

Tra qualche giorno il Consiglio Comunale discuterà e approverà la proposta di Piano Strutturale Intercomunale (Pisa e Cascina): il piano che dovrebbe dettare le linee strategiche per la gestione del territorio per gli anni a venire.
Con un capolavoro di cattiva politica ci troviamo davanti ad uno strumento che non è un Piano, non è Strategico, non è Intercomunale, ovvero non affronta in maniera organica le vere sfide che ci troviamo davanti e tantomeno lo fa tramite una reale sinergia tra i territori di Pisa e Cascina.

Sono totalmente assenti dal Piano strutturale intercomunale una strategia di contrasto e mitigazione al cambiamento climatico, di tutela del suolo non impermeabilizzato, di recupero e rilancio di spazi aperti verdi e fruibili, la cui necessità è stata rilanciata in modo prepotente dalla pandemia. Si confermano invece le previsioni più disastrose e impattanti (nate già vecchie, e adesso totalmente fuori contesto) ereditate dalle precedenti amministrazioni, come la Cittadella Aeroportuale.

La Giunta Conti ha fatto quanto dichiarato: elaborare un Piano finalizzato esattamente a “dare risposte certe ai cittadini che chiedono di fare interventi edilizi in questo o quel quartiere”, con buona pace di tutti quei cittadini e cittadine (la maggioranza) che agli interventi edilizi non ci pensa nemmeno ma vorrebbe una migliore qualità della vita. Il Comune di Cascina, prima a guida Lega e poi a guida PD, da cui qualcuno si poteva aspettare una certa discontinuità, si è adeguato rapidamente alla linea pisana, ribadendo ancora una volta, se mai ce ne fosse bisogno, quanto siano vicine le culture urbanistiche di centrodestra e centrosinistra.

Un Piano Strutturale come quello proposto, non definendo obiettivi chiari per il territorio e le conseguenti linee strategiche per raggiungerli, lascia di fatto il campo libero all'Amministrazione per ignorare tutti i principi di tutela del territorio che oggi dovrebbero essere considerati scontati ma che invece sono chiaramente negati a tutti i livelli: non troviamo vincoli e limiti per il territorio impermeabilizzato, non si affronta il tema della gestione della risorsa idrica - quando troppo abbondante e quando, come in questo periodo, in forte deficit -. Non si pongono seriamente i temi della produzione del cibo di qualità e della relativa economia, dei trasporti a basse emissioni di CO2 (che è già strategico e lo sarà sempre di più negli anni a venire) o quello della calura estiva nelle aree urbanizzate.

In questo senso il Piano strutturale della Giunta Conti è pienamente in linea con la peggiore politica del nostro paese, una politica che se non contrastata lascerà ben poco futuro alle generazioni giovani e che verranno.

Sin dall’inizio il processo di elaborazione è stato opaco, con risposte infastidite alle osservazioni venute dalla cittadinanza, e documentazione scarsamente comprensibile ai non tecnici. Insomma, la partecipazione si è voluta rendere praticamente impossibile, ma anche questo, purtroppo, non è una novità.

Siamo convinti e convinte che questa proposta vada contrastata in tutti i modi e per questo, nei giorni di discussione in consiglio comunale, intendiamo riproporre sia le nostre osservazioni che quelle presentate dalla cittadinanza che condividiamo, chiedendo al consiglio comunale di farle proprie.

Chiederemo nuovamente di:

  • prevedere corridoi ecologici che attraversino le aree urbanizzate;
  • fermare il consumo di suolo agricolo eliminando le previsioni di nuovi parcheggi ed edificazioni nel territorio rurale, fra cui alcuni casi particolarmente critici di nuove previsioni su terreni di proprietà di grandi costruttori pisani, oggetto di importanti trattative;
  • privilegiare il recupero dell’esistente, in particolare le aree produttive e commerciali;
  • salvaguardare le ultime aree verdi rimaste nel tessuto urbano (come quelle tra Viale delle Cascine, via Aurelia e via Andrea Pisano, o tra via Pietrasantina e Via S. Jacopo) di cui la pandemia ha evidenziato la irrinunciabile necessità;
  • abbandonare definitivamente il progetto della Cittadella aeroportuale.

Viviamo ormai quotidianamente le difficoltà dovute al clima che cambia, con eventi estremi (grandi piogge e periodi siccitosi) sempre più frequenti, ad una economia non più sostenibile, ai problemi di scarsa sicurezza in città (morti e inquinamento) a causa di una mobilità vetusta basata sull'automobile privata, alla difficoltà di accesso ad aree di pregio per i momenti di svago. Di tutto questo il Piano proposto non si occupa, preferendo parcheggi e operazioni immobiliari che ai normali cittadini non porteranno nulla se non ulteriore disagio.

Noi vogliamo un'altra città, con un'idea concreta di futuro sostenibile, e la porteremo in Consiglio.

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