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Pirogassificatore Castelfranco: i sindaci rispondono a Enrico Rossi

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PisaToday

Caro Presidente,

abbiamo letto la tua intervista dove ribadisci il tuo punto di vista sulla vicenda del pirogassificatore proposto da un'azienda privata nel territorio di Castelfranco di Sotto.

Sentiamo per questo l'esigenza di tornare a chiarire il nostro pensiero. Innanzitutto ci teniamo a precisare che il percorso di partecipazione finanziato e accordatoci dalla Regione Toscana in base alla l.r 69/2007 si è svolto prima (e non dopo) che l'iter burocratico di valutazione del progetto giungesse al termine. Anzi, per preciso impegno di tutte le parti, si convenne che ogni procedura sarebbe stata "congelata" fino al termine del percorso che aveva come oggetto la "verifica della fattibilità ambientale e sociale dell'impianto"(cit.).  Dunque non è corretto dire che la nostra contrarietà è arrivata dopo che vi erano tutti i permessi. Il nostro percorso è stato trasparente e coerente non solo con la legge ma anche con i principi che per noi rimangono i soli sui quali può costruirsi una reale azione di governo delle trasformazioni a livello locale.

Negli atti approvati dalle giunte e dai consigli comunale e provinciale non si troveranno mai motivazioni di carattere tecnico, perchè sappiamo che non competevano a quel tipo di consessi. Tuttavia lì si troveranno motivazioni di ordine politico che noi riteniamo valide ed in grado di accompagnare le osservazioni di carattere tecnico.

Che ruolo ha la politica, se tutto ciò che non è vietato tecnicamente può esser fatto? Noi crediamo che la funzione della politica stia nell'esercitare un ruolo di programmazione e di indirizzo, anche quando la legge non riconosce esplicitamente questa funzione (come nel caso dei rifiuti industriali). E' quello che in questa zona abbiamo sempre fatto, coniugando i legittimi interessi delle aziende, le possibilità riconosciute dalla legge e l'interesse collettivo allo sviluppo ma anche alla salubrità del territorio e delle comunità che lo abitano. Sta qui il primato di una politica che non si limita a prendere atto dei pareri tecnici e ad assistere senza un ruolo alle trasformazioni che avvengono sul territorio che essa è chiamata a governare.
Questo è il modello con il quale abbiamo governato questo territorio, perciò lo riteniamo valido e applicabile alle trasformazioni che riguardano un settore così delicato come quello dei rifiuti speciali, dove proprio l'assenza di un obbligo di pianificazione pubblica rischia di rendere inermi la politica e le istituzioni.

Non voler riconoscere che questo modello di concertazione tra imprese e istituzioni è stato l'elemento che ha permesso uno sviluppo ordinato e sostenibile in questo territorio vuol dire fare un torto ad una tradizione di governo che è sempre stata in grado di dotare il territorio delle infrastrutture e degli impianti necessari, inserendoli però in un'ottica di condivisione: tutti i principali impianti che esistono nel nostro territorio rispondono infatti ad una logica collettiva e consortile; si è così evitato il proliferare di soluzioni individuali di certo meno controllabili e forse anche meno convenienti per il complesso delle aziende del comparto.

Non si può certo dire che questa sia la zona dove prevalgono i "no". Ci viene da dire anzi che questa è la zona dove, grazie ad un affermato modello concertativo si sono affrontate positivamente le necessarie decisioni che andavano prese a sostegno di un comparto che risulta ancora oggi uno dei più dinamici e che da solo dà un contributo non indifferente alla intera economia toscana. Questa è la zona che si fa carico non solo dei problemi del suo comparto ma anche di quelli di altre zone: lo dimostra l'accordo quadro sulla depurazione, dove saranno investite ingenti somme di denaro per la realizzazione di un'infrastruttura importantissima per un'area ben più ampia di quella che coincide con il distretto caratteristico di questa zona.

Per noi quel modello di concertazione tra istituzioni, rappresentanza collettiva delle imprese e le altre parti sociali è un modello imprescindibile, ed è garanzia di buon governo, sotto il profilo della sostenibilità economica, ambientale e sociale dello sviluppo. In qualità di rappresentanti di un territorio e delle comunità che lo abitano siamo perciò preoccupati perchè l'esito di questa vicenda rischia di incrinare tale modello, con dinamiche difficilmente controllabili in futuro.

Continuiamo a credere nelle ragioni della nostra contrarietà alla realizzazione dell'impianto in questa localizzazione e auspichiamo che la politica possa ancora trovare soluzioni alternative che possano soddisfare le esigenze delle varie parti in campo. Per questo ci rivolgiamo direttamente a te, al Presidente della Regione Toscana, che in questi giorni dimostri di avere particolare attenzione per questa vicenda, chiedendoti un incontro con tutti noi, e se possibile di farti garante di una soluzione che possa trovare la reciproca soddisfazione degli interessi in campo, facendo valere l'interesse collettivo ed un modello di governo che considera la coesione sociale, specie in questo periodo, un elemento imprescindibile per la qualità di governo.

 
i Sindaci dei Comuni del Valdarno Inferiore
Umberto Marvogli - Castelfranco di Sotto
Osvaldo Ciaponi - Santa Croce sull'Arno
Alessandra Vivaldi -Montopoli Val d'Arno
David Turini - Santa Maria a Monte
Vittorio Gabbanini - San Miniato

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