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Martedì, 23 Aprile 2024
Politica

Pisa fuori dalla Società della Salute? Ci sarà lo studio, ma sembra un'ipotesi lontana

La Giunta ha fissato l'avvio di una procedura per la valutazione delle conseguenze della scelta, sarà nominato un advisor tecnico. Auletta: "Propaganda pagata dai cittadini". L'assessore: "E' solo un'analisi"

E' un periodo caldo l'estate per la Società della Salute della Zona Pisana. Nel giugno 2017 si chiudeva la polemica fra il Comune di Cascina e l'ente di via Saragat, con l'allora amministrazione cascinese che rimaneva all'interno del sodalizio dopo un lungo braccio di ferro. Un anno dopo, a Pisa, vince le elezioni la Lega e lo stesso assessore, deputato e segretario cittadino Ziello, per la città della Torre, ribadiva l'intenzione di "superare la Società della Salute", per arrivare fino alla "liquidazione del consorzio". Passati altri 365 giorni siamo di nuovo a giugno e il consigliere comunale di Diritti in Comune Francesco Auletta, oggi 18 del mese, segnala che la Giunta pisana, una decina di giorni fa, ha approvato uno 'Studio di fattibilità sull'impatto dell'uscita dalla Società della Salute'. 

"Si tratta - spiega il capogruppo - di uno degli obiettivi dati ai dirigenti per il Piano Esecutivo e di Gestione del Comune. Si prevede di avviare una procedura, quindi un concorso pubblico, per nominare un advisor tecnico, quindi fare una consulenza esterna, sugli impatti che potrebbe avere per il Comune di Pisa l'uscita dalla Sds. E questo insieme con il Comune di Cascina. Si tratta - attacca Auletta - della nuova iniziativa di propaganda leghista a spese dei contribuenti".

Sono diversi gli aspetti criticati dal consigliere: "Il sindaco Conti prima promette l'uscita, ora passa alla valutazione della possibilità d'uscita. Poi l'esito sarà negativo: il Comune non ha nemmeno il personale interno in grado di sostenere i servizi ad oggi assicurati in modo associato. Ci sono tanti aspetti da migliorare, ma la gestione associata del comparto socio-sanitario ha permesso una più ampia fruizione dei servizi stessi e l'ottimizzazione del personale. In pratica non è nemmeno pensabile uscire. Per fortuna la procedura stessa è al palo, e speriamo che lo resti, per non spendere soldi inutilmente".

Auletta rileva anche come "si sta andando avanti per vicinanza politica con Cascina, senza valutare veri temi di programmazione; da un lato con tagli ai servizi della Sds, dall'altra non considerando la realtà: basti pensare al Piano Strutturale urbanistico con Cascina, che non valuta invece San Giuliano ad esempio, o l'avvocatura civica, sempre con Cascina. E' chiaro che non ci sia un'idea per la città, ma siano manovre di 'spalleggiamento' politico".

Sul caso è l'assessore al sociale e presidente della Società della Salute Gianna Gambaccini a spiegare che "non c'è al momento alcun fondamento nell'uscita del Comune di Pisa dalla Società della Salute. Nel programma di mandato del sindaco si parla di questa possibilità, ma non c'è niente di automatico. Lo studio, che è aperto all'adesione anche di altri comuni e sarà comunque fatto badando ai costi, punta a capire problemi e dove migliorare. Tutti i comuni vogliono mantenere e se possibile potenziare i servizi. In base ai risultati si prenderanno le decisioni conseguenti, siamo aperti ad ogni possibilità".

L'assessore comunque riconosce che la Sds "è molto radicata sul territorio, da oltre 10 anni. Se ben amministrata è un'ottimo strumento. La gestione passata non è stata oculata, abbiamo trovato vari progetti lasciati a metà. L'integrazione socio-sanitaria può essere buona, ma va sfrondata da progetti fini a se stessi. C'è un terzo settore che gravita intorno alla Sds che è una risorsa importante, è anche lavoro, ma abbiamo visto anche come siano coinvolti sempre un po' gli stessi. Gestire tutto questo per un comune da solo è sicuramente difficile. E' vero poi che c'è anche poco personale, io stessa ho dato mandato di seguire un progetto alla volta, in modo da portarli a termine. Ho già fatto presente anche alla Asl il problema. Quindi ben vengano le analisi di fattibilità, se fossero state fatte prima, in vari campi, oggi avremmo meno carrozzoni". 

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