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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Pony express morto in scooter: "Non è un semplice incidente stradale"

Diritti in Comune e Potere al Popolo intervengono dopo la morte di Maurizio Cammillini

La notizia della morte di Maurizio Cammillini, il giovane di 30 anni deceduto martedì notte mentre in motorino faceva consegne di cibo a domicilio, ha destato profondo cordoglio in città. Oltre ai sindacati che hanno denunciato la situazione in cui si trovano spesso a lavorare i pony express, anche il mondo politico interviene sulla vicenda.

"Maurizio Cammillini fa parte di quella categoria di lavoratori, chiamata 'pony express', o oggi più frequentemente, 'riders', categoria nata in tempi relativamente recenti, frutto della progressiva destrutturazione del mercato del lavoro e delle 'opportunità' offerte da tecnologia ed applicazioni - affermano dalla coalizione di Diritti in Comune - siamo nell'ambito delle cosiddetta 'gig economy', l'economia del lavoretto, dove si lavora solo quando si presentano le necessità e/o le richieste. E si viene remunerati solo in base ai risultati, in pratica a cottimo. E ben poco, oltretutto: spesso non si raggiungono le 4 euro all'ora. Non solo. La diffusa mancanza di veri e propri contratti fa sì che a questi lavoratori manchi di frequente qualunque tipo di diritto: ferie, malattia, assicurazione contro gli incidenti. Si tratta quindi di una forza lavoro fortemente precaria e particolarmente penalizzata. La necessità di portare a termine le consegne, per essere retribuiti, fa poi il resto: a tutte e tutti noi è senz'altro capitato di vedere sfrecciare questi scooters e dipanarsi in mezzo al traffico cittadino. Eh già, perché non solo le consegne vanno effettuate, ma anche il più velocemente possibile, in quanto più consegni e più guadagni e corri meno il rischio di essere sostituito con chi è 'più veloce'. La destrutturazione del lavoro è massima: ogni lavoratore è solo col proprio mezzo di lavoro (lo scooter) e, oltretutto, in competizione con gli altri".

"Nonostante le promesse da parte del Ministro del Lavoro Di Maio, all'indomani dell'insediamento del nuovo Governo, ancora non si vede una serie regolamentazione del settore, che tuttavia è sempre più urgente - proseguono da Diritti in Comune - da sempre ci ripromettiamo di far tornare il lavoro al centro dell'agenda politica e così oggi, nell'esprimere vicinanza ai suoi familiari, vogliamo attirare l'attenzione sul drammatico incidente che ha coinvolto Maurizio Cammillini e su tutte e tutti coloro che, come lui, inseguono una paga (spesso in nero), consegnando il più velocemente possibile cibo a domicilio. Ben consapevoli che una soluzione non può che essere trovata all'interno di una compiuta legislazione nazionale che, dopo anni di progressivo e continuo abbattimento delle tutele sociali nel lavoro, finalmente torni a prevedere pieni diritti per tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori".

Polemico anche Potere al Popolo Pisa per il quale non si può parlare di "semplice incidente stradale". "Maurizio non aveva ancora trent'anni, e anche se non lo conoscevamo ci sentiamo parte di questo dolore, perché come molti di noi è figlio di una generazione precaria, senza diritti, costretta a lavorare a cottimo o in nero, per salari da fame. Una generazione composta da un esercito di finte partite iva, collaboratori occasionali e lavoratori subordinati, senza tutele, senza assicurazioni, senza malattie, né ferie retribuite. Vanno al massimo da una punto all'altro della città, tempi di consegne serrati, ordini in quantità spesso superiori alla norma. Maurizio Camillini era uno di loro, uno di noi, invisibile e ignorato, come i diritti di molti di noi".

"Con l'avvento della gig economy, l'economia dei lavoretti, questi impieghi un tempo utilizzati da molti per arrotondare qualcosina durante il proprio percorso di studi - proseguono da Potere al Popolo - oggi sono diventati l'unica vera e propria fonte di reddito, aumentando così le condizioni di sfruttamento a cui sono sottoposti molti di questi lavoratori e a cui ancora non viene riconosciuta una dignità contrattuale. Chiediamo che si faccia chiarezza, che si indaghi a fondo sulle cause di questa tragedia, ma vogliamo che la morte di Maurizio non venga ignorata soprattutto dalla istituzioni cittadine. Chiediamo che si istituisca un tavolo da parte del Comune per dare vita, sulla falsariga di Bologna, ad una carta dei diritti fondamentali dei lavoratori digitali, che vada a colmare l'attuale vuoto normativo e che stabilisca il diritto ad un compenso equo e dignitoso, il diritto di non discriminazione e di tutela della salute e dalla sicurezza dei lavoratori".

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