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Nuova Arena Garibaldi, progetto sotto osservazione: "Non è né sostenibile né utile alla città"

Diritti in Comune ha presentato 4 corpose osservazioni alla variante stadio. Auletta: "Siamo perché lo stadio si faccia, ma deve davvero migliorare il quartiere, non assecondare interessi privati"

Corregere le criticità prima che sia tardi. E' il messaggio che lancia il gruppo consiliare Diritti in Comune, che ha analizzato in conferenza stampa oggi, 20 novembre, le 4 osservazioni presentante nel contesto della procedura della variante urbanistica per la realizzazione della nuova Arena Garibaldi. C'è ancora da aspettare alcuni mesi per la discussione ed il voto in Consiglio Comunale, ma per la compagine politica formata da Una città in comune, Rifondazione Comunista e Pisa Possibile "una variante dovrebbe essere adeguata ai tifosi e alla squadra, in favore di residenti e della città. Tutto ciò che questo progetto non fa. Si è fatta propaganda sui tempi per dire che si viaggiava spediti, per una riqualificazione del quartiere... ma analizzando le carte non vediamo curato l'interesse pubblico della città, tutt'altro. Viene il dubbio che ci sia stata una corsa per realizzare lo stadio, con la tendenza ad assecondare le esigenze di soggetti privati e loro bisogni finanziari".

"Vogliamo essere chiari - ha detto il capogruppo Francesco Auletta - noi lo stadio lo vogliamo fare. Fummo i primi 2 anni fa a chiedere il trasferimento della previsione urbanistica dello stadio da Ospedaletto alla sua sede tradizionale in centro. Però ci sono troppi elementi non chiari, questioni che se non risolte ce le ritroveremo più avanti, mettendo in dubbio la realizzazione stessa dell'opera".  

La prima censura riguarda l'impianto del progetto, che non avrebbe recepito le indicazioni provenienti dai vari enti coinvolti: "Ad inizio anno - dice Auletta - sono stati coinvolti nel procedimento di variante, per avere i dovuti pareri, il Ministero per i Beni Culturali, Regione, Provincia, Arpat, Genio Civile. Dalle risposte emerse dalla documentazione di settembre fornita dall'amministrazione non si spiega se e come vengono accolte le richieste su aspetti fondamentali come sostenibilità, ambiente, paesaggio, sicurezza idraulica. E' necessario quindi che il progetto venga interamente rivisto, recependo queste indicazioni, in caso contrario chiediamo di procedere ad una nuova adozione".

La seconda osservazione riguarda gli spazi commerciali: "Sono previsti - prosegue Auletta - circa 5mila metri quadrati di area commerciale, 3mila per esercizi e 1.500 per ristorazione. Fra il fatto che non ci sia un piano economico finanziario e che non si disponga nel progetto una puntuale individuazione e verifica del rispetto degli standard urbanistici (metrature esercizi, parcheggi), non è ancora dato sapere nel concreto quante di queste metrature saranno poi davvero adibite a negozi. Si rimanda infatti ad altri futuri passaggi progettuali. Ma io devo sapere ora le metrature e gli standard urbanistici da rispettare! Senza contare che attualmente è permessa fra gli esercizi la media distribuzione, praticamente i supermercati. Non grandissimi magari, ma tali da aggravare la desertificazione dei negozi di vicinato, e quindi del tessuto socio-economico della città. Proponiamo il taglio del 50% delle metrature commerciali e la cancellazione della media distribuzione, quindi di avere circa 1.500 metri quadri di negozi di prossimità". 

La questione esercizi commerciali influisce sulla mobilità. La terza osservazione è proprio su questo tema, ma considera anche l'intervento variante nel suo complesso. Lo ha spiegato Tiziana Nadalutti: "L'analisi del traffico della Valutazione Ambientale Strategica si rifà allo studio di Tages commissionato da Pisamo del maggio 2019. Il progetto di variante, per giustificare la previsione di circa 600 parcheggi auto in più, prende in esame non un'utenza media o attendibile, ma a stadio pieno, cioè oltre 16mila posti, e lo fa considerando come se l'80% di tutti gli spettatori sia arrivato in auto. E' in tutta evidenza un caso eccezionale, che peraltro dimostra il disinteresse a favorire mezzi di viabilità alternativa, che dovrebbero essere lo scopo primario della riqualificazione. Basti pensare come la cura delle piste ciclabili, citata nel progetto, sia purtroppo indicata come non prioritaria, mentre invece lo è il cementificare aree verdi come quella al palazzetto dello sport. Per i parcheggi - conclude - basterebbe adeguare ed ottimizzare quelli esistenti, in particolare i parcheggi scambiatori Paparelli e Pietrasantina, potenziando poi tutti i modi per recarsi allo stadio con i mezzi pubblici, a piedi o in bici".

Infine la questione moschea. "Posto quanto già evidenziato fino ad ora - dice Federico Oliveri - appare ancora più chiaro come l'inserimento dell'area della moschea nella variante sia stata una mossa strumentale per bloccare il luogo di culto. Progetto moschea che poi, fra l'altro, prevedeva comunque dei posti auto per il quartiere, pagati dall'associazione islamica, e non dal comune fra esproprio e realizzazione". "Noi - conclude - ricordiamo che i piani di enti pubblici devono assicurare la libertà di culto, potendo modificare previsioni se ci sono altri interessi pubblici da tutelare: non è questo il caso, in particolare con la pendenza di un ricorso al Tar. La nostra proposta non può essere quindi quella che stralciare la moschea dalla variante, non modificando la destinazione d'uso".

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