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Province, il Comitato pisano: "Troppo disinteresse tra i parlamentari"

Il Comitato propone un emendamento per modificare il decreto legge sul riordino delle province e garantire a Pisa di essere il capoluogo dopo l'accorpamento con Massa Carrara, Lucca e Livorno

Il Comitato per Pisa capoluogo, costituito da un gruppo di associazioni culturali pisane, torna a farsi sentire proponendo un semplice emendamento per modificare il decreto legge sul riordino delle province e garantire a Pisa di essere il capoluogo dopo l'accorpamento con Massa Carrara, Lucca e Livorno.

"La proposta è stata inviata ai 5 parlamentari eletti a Pisa - fanno sapere dal comitato -  Ma l'invito è stato raccolto solo da uno di loro e temiamo davvero Pisa sia destinata a diventare una frazione di Livorno. Pisa invece per ampiezza del territorio, numero di abitanti, infrastrutture, prodotto interno lordo, mezzi di comunicazione, università, ospedali, e per la sua millenaria storia e ricchezza di monumenti conosciuti in tutto il mondo è senz'altro da posizionare tra le province più dotate della Toscana".

Per questo motivo chiedono che venga modificato l'articolo relativo al numero di abitanti, facendo in modo che Pisa diventi capoluogo della nuova provincia e sia la città capoluogo della provincia più popolosa. Ma il Comitato si lamenta che tra i parlamentari ia cui è stata indirizzata la proposta (Enrico Letta, Paolo Fontanelli, Ermete Realacci, Maria Grazia Gatti e Franco Mugnai) abbia risposto solo Mugnai.

"Quindi - si legge in una nota - si presuppone che alla commissione che esaminerà gli emendamenti non sarà presentata la nostra richiesta, mentre invece sappiamo che Lucca si sta muovendo tramite i suoi parlamentari e amministratori locali per ottenere la separazione da Pisa e Livorno e fare provincia solo con Massa, questo le darebbe la possibilità di diventare capoluogo, mentre noi se i nostri rappresentanti non si impegneranno diventeremo una frazione labronica".
 

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