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Qualità dell'aria, pochi miglioramenti a Pisa: "Basta traffico privato, servono zone a emissione zero"

Diritti in Comune fa il punto delle proprie proposte a seguito dei dati forniti dal rapporto Mal'Aria 2023 di Legambiente

L'Italia non è messa bene, ma soprattutto, anche dove migliora, lo fa troppo poco. E' questa la sintesi che si ricava dalla lettura del rapporto Mal'Aria 2023 di Legambiente, da poco uscito. A Pisa e nei centri dello stesso genere si registrano miglioramenti scarsi, "che di questo passo non sarà possibile rientrare né nei limiti di sicurezza per la salute indicati dall'Organizzazione Mondiale della Sanità per i PM10 (uno dei tipi di polveri sottili), né in quelli posti dalla nuova Direttiva europea in discussione (15 e 20 microgrammo per metro cubo rispettivamente)", avvisa la lista Diritti in Comune. 

"La nostra centralina di monitoraggio in via Bianchi 8 - spiega il gruppo - ha registrato continui sforamenti del PM10 nel corso del 2022. Stessa cosa per i PM2.5 (un altro tipo di polveri sottili), con sforamenti a febbraio e marzo 2022 e ora di nuovo a gennaio. Da anni chiediamo che si investa seriamente in un monitoraggio capillare dell'aria in città, e ad ogni nuovo bilancio comunale indichiamo dove prendere le risorse per farlo, ma niente da fare: per il centrosinistra prima e per il centrodestra ora sembra che sia meglio non sapere quale sia e come si produca l'inquinamento in città. Eppure è da qui che si dovrebbe partire per migliorare davvero la situazione. Intanto, nel silenzio e nell'immobilismo generale di chi governa, le morti in Italia per malattie correlate all'inquinamento atmosferico restano superiori alle 50mila/anno".

Una città in comune e Rifondazione Comunista spingono sul tema: "E' necessario un cambio di passo: oltre ad investire su monitoraggi seri, si devono adottare politiche che permettano di agire su più fronti, migliorando la qualità dell'aria ma anche la qualità della vita nelle città, e riducendo le emissioni di gas serra come la CO2, che cambiano il clima. Basta spingere sul traffico privato in auto e sui parcheggi, come è stato fatto a Pisa con il Piano Urbano della Mobilità (IN)Sostenibile! Una città come la nostra deve facilitare la transizione al risparmio energetico e alle energie rinnovabili. Deve sostenere le Comunità Energetiche Rinnovabili e facilitare le persone e le imprese che vogliono eseguire interventi di efficientamento energetico. Sulla mobilità, deve seguire gli esempi virtuosi di tante altre città che hanno abbandonato il modello basato sul trasporto privato in automobile: non più 'zone a traffico limitato' ma 'zone a emissioni zero', rafforzamento della mobilità gentile e del trasporto pubblico, con misure ad hoc per i lavoratori pendolari, bike e car sharing elettrico, decentralizzazione dei servizi, liberazione degli spazi cittadini dalle auto, educazione alla mobilità sostenibile a partire dalle scuole. Sono necessarie azioni incisive e coraggiose, e il risultato sarà una città più salubre, più vivibile e anche più bella. Tutto quello che faremo se amministreremo la città".

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