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Rebeldìa e Africa Insieme: "Non sgomberi, ma nuove politiche abitative per superare le marginalità"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PisaToday

Esattamente un anno fa l’amministrazione comunale di Pisa procedeva allo sgombero del campo della Bigattiera. La ricorrenza, certo non felice, può essere una buona occasione per proporre un bilancio di quella vicenda e dei suoi risultati, a dodici mesi di distanza dalla rimozione dell'insediamento. Le famiglie gettate in mezzo alla strada l’anno passato – con il contorno spettacolarizzato di ruspe, mezzi blindati e forze dell’ordine in assetto antisommossa – sono, a quanto ci risulta, rimaste tutte nel territorio pisano.

L’obiettivo di «ridurre le presenze di rom», declamato a gran voce dal sindaco, non è stato
dunque raggiunto, in compenso pressoché tutti gli uomini, le donne e i bambini sgomberati allora, vivono oggi in una situazione se possibile peggiore di un anno fa: alcuni sono finiti in campi irregolari, isolati, privi di qualsiasi servizio, altri hanno cercato di raggiungere i propri familiari, che abitano anch’essi in condizioni di precarietà e di sovraffollamento. Chi dodici mesi fa sosteneva la necessità dello sgombero perché «la Bigattiera non è un luogo dove possono abitare delle famiglie» - cosa verissima! - dovrebbe verificare i risultati di quell'iniziativa, in particolar modo le condizioni di vita dei bambini che sono drammaticamente peggiorate. Le «ruspe democratiche», su cui ironizzò allora un quotidiano e che ricevettero il plauso dello stesso Matteo Salvini, hanno dato prova di inefficienza, ma soprattutto di ingiustizia e disumanità.

Nel frattempo molta acqua è passata sotto i ponti: mentre a livello europeo una parte del mondo politico soffia sul fuoco della xenofobia – in Ungheria il referendum anti-immigrati non raggiunge il quorum, ma dai primi exit poll risulterebbe che la maggioranza di quelli che sono andati a votare ha sostenuto le posizioni del governo Orban – sul territorio pisano la bandiera degli sgomberi e delle politiche volte a diminuire il numero delle presenze della comunità rom viene sventolata prepotentemente dalla Lega Nord che si è aggiudicata recentemente al ballottaggio il comune di Cascina.
In estate si è ricominciato a parlare anche del possibile sgombero di un altro campo rom, quello in via Maggiore di Oratoio, dove abitano molti nuclei familiari con minori al seguito. L’Assessore Serfogli, in Consiglio comunale, sembra aver smentito volontà «muscolari», e anzi ha dichiarato che per gli abitanti del campo saranno cercate «soluzioni abitative». Tutte le operazioni saranno però dirette non dalla Società della Salute né dagli assistenti sociali, come dovrebbe essere normale, ma da «collaboratori diretti» del Sindaco, dunque, immaginiamo, dagli stessi attori che hanno guidato lo sgombero del campo della Bigattiera.

C’è da augurarsi che questi «collaboratori» ricevano un mandato chiaro, diverso da quello dell’anno scorso.

In questi stessi giorni, le Nazioni Unite celebrano il World Habitat Day, la giornata mondiale del diritto all’alloggio: da tempo l’ONU ricorda che abitare in condizioni dignitose è un diritto fondamentale, che gli sgomberi forzati – di campi, slums, favelas, bidonville e insediamenti di ogni tipo, anche “abusivi” – sono illegali se non prevedono una consultazione delle famiglie coinvolte, una sistemazione alternativa per le persone senza casa e un idoneo controllo della magistratura e degli organi di controllo. Lo sgombero della Bigattiera ha violato tutte queste condizioni, poiché gli abitanti sono stati messi di fronte al fatto compiuto, non sono state disposte sistemazioni alternative, si è fatta una corsa contro il tempo per impedire un intervento della Corte Europea per i Diritti dell’Uomo.

Ci auguriamo che stavolta le cose procedano diversamente, dal canto nostro, rinnoviamo l'impegno a monitorare l'intervento dell'amministrazione e dei suoi emissari sul territorio.

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