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Riordino Province, rassicurazioni dalla Regione: "Entro gennaio la proposta di legge"

Ad annunciarlo l'assessore regionale Vittorio Bugli che ha tuttavia ammesso come il processo non sia semplice proprio per le scarse risorse finanziarie già nel 2015. La questione delle Province aveva portato nelle scorse settimane a numerose proteste anche a Pisa

Entro gennaio la Giunta Regionale toscana presenterà al Consiglio una proposta di legge per riordinare le funzioni regionali a suo tempo affidate alle Province. Lo ha annunciato ieri pomeriggio, l'assessore Vittorio Bugli in una comunicazione al Consiglio Regionale sullo stato di attuazione della legge Del Rio.
"Il nostro impegno - ha sottolineato - è di procedere a una pdl che dia un contributo significativo, seppure complesso, all'attuazione di una riforma che introduca una seria riorganizzazione istituzionale della nostra regione".

Premesse alcune considerazioni circa le "ulteriori incertezze" determinate, nei confronti del riordino delle Province, dalla legge di stabilità 2015 ("E' evidente che le ingenti minori risorse di Province e Regioni rischiano di compromettere la dimensione del riordino: in Toscana si stimano minori risorse a carico delle Province per oltre 90 milioni di euro già nel 2015"), l'assessore toscano ha ricordato come le Regioni avessero segnalato al Governo la "forte criticità" su questo fronte e presentato proposte alternative anche sui problemi del personale senza che il Governo abbia ritenuto di dare risposte positive.

Sei - ha proseguito Bugli - le finalità della proposta di legge che la Giunta toscana si appresta a presentare al Consiglio: un riordino di funzioni basato sui principi di sussidiarietà, adeguatezza e differenziazione ("in modo da migliorare le prestazioni erogate a cittadini e imprese"); la semplificazione dei processi decisionali, organizzativi e gestionali ("avendo cura di non disperdere il patrimonio di competenza e professionalità del personale provinciale"); la valorizzazione della
Città Metropolitana per rafforzarne il ruolo di governo del territorio e di coordinamento dei Comuni ("la scommessa non è ritagliare competenze amministrative aggiuntive rispetto alle altre Province, quanto di puntare sulla sostanza degli interventi e sulla condivisione Regione-Città Metropolitana delle principali politiche"); una assicurazione circa la partecipazione delle comunità locali e circa la volontà di non percorrere strade centralistiche ("sarà la legislazione di settore a indicare le modalità innovative, intanto è intenzione della Giunta avviare una fase di sperimentazione").

Le questioni relative a personale e risorse hanno completato l'indicazione delle finalità sottolineate da Bugli a proposito della nuova legge. Al personale coinvolto nel riordino delle funzioni "dovrà essere assicurata ogni tutela prevista dalla legge del Rio": il primo compito della legge sarà consentire l'esatta individuazione del personale addetto alle funzioni da trasferire e la Regione "dovrà fare i conti con le risorse da destinare al trasferimento di questo personale da riassumere presso di sé in un impegno che non è in discussione".

Circa le risorse finanziarie, espressa consapevolezza sulla loro scarsa disponibilità ("Un buon riordino non può essere compiuto con istituzioni a grave rischio di tenuta finanziaria"), Bugli ha auspicato che tutte le istituzioni ("a iniziare dallo Stato centrale") facciano la loro parte assicurando che "la Regione non si tira certo indietro dal fare la sua".

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