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Lavori al Marchesi, i dubbi di Ucic-Prc: "La scuola pubblica in mano alla finanza"

Una Città in Comune-Rifondazione Comunista denuncia la mancanza di prospettive certe circa la procedura di recupero risorse per la nuova struttura, di cui non si conosce il futuro ente gestore

Torna a denunciare l'incertezza del futuro del complesso scolastico 'Concetto Marchesi' la lista Una Città in Comune-Rifondazione Comunista. "A distanza di più di un anno dal fatto clamoroso (ma non unico) del distacco di un lucernario all'interno del complesso scolastico 'Concetto Marchesi' - scrive in una nota - non si ha ancora un'idea sul futuro di questa scuola, ma cosa ancora più grave è che non è in alcun modo chiaro cosa si voglia fare, con quali risorse e quale sia l'ente pubblico che se ne debba occupare portando fino in fondo il progetto". Al momento resta infatti l'incertezza circa chi assumerà le deleghe fino ad ora in capo alle province, in merito alle scuole superiori e alla proprietà del patrimonio scolastico.

"Abbiamo chiesto - prosegue il gruppo - con una interrogazione discussa nel corso dell'ultima seduta del Consiglio comunale, all’amministrazione comunale, che non ha competenze dirette in materia ma che ha sottoscritto un accordo con la Provincia proprio per affrontare questo grave vicenda, quale sia la sua proposta politica per risolvere i problemi del Concetto Marchesi.
La risposta, sconcertante, dell'assessore Serfogli è stata una mera presa d'atto della linea della Provincia: la Provincia sta partecipando ad un bando di finanziamento dell'Inail per avere le risorse, ma non si sa a quali condizioni, di chi sarà la proprietà della scuola al termine del finanziamento, e di chi saranno le competenze sull'edilizia scolastica".

Una procedura che preoccupa gli esponenti di Ucic-Prc: "Insomma ci si imbarca in un percorso dalla durata ventennale, con la prospettiva di farsi prestare i soldi a tassi elevati (si parla del 3%) da un ente come l'Inail, che gestisce soldi dei cittadini per prestarli ad un altro ente pubblico come fosse una banca. Siamo ormai al paradosso: i cittadini che devono pagare gli interessi sui loro stessi soldi, e senza sapere nemmeno se tra vent'anni la scuola sarà di proprietà pubblica. Tutto ciò è gravissimo! Il Comune di Pisa, e tutti gli enti locali, non possono accettare che la sicurezza e la qualità dell'istruzione dei suoi giovani sia in mano alla finanziarizzazione, per di più con i soldi pubblici".

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