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Sfratti a Pisa: "Oltre il 95% per morosità, urgente abbassare gli affitti"

Diritti in Comune chiede di "intervenire su un mercato degli affitti drogato"

"Nel nostro paese la casa è sempre più un privilegio e sempre meno un diritto". E' la denuncia che Diritti in Comune torna a fare sull'emergenza abitativa, analizzando i dati del Ministero dell'Interno in merito agli sfratti nel 2019. "A livello nazionale - spiega la lista - sono state emesse 48.543 sentenze di sfratto e sono stati eseguiti 25.930 sfratti con la forza pubblica. Ma il dato che più colpisce è che su 48.543 sentenze di sfratto, ben 42.326 sono per morosità.
Tendenza confermata anche in Toscana dove su 3.300 sentenze di sfratto 3.029 sono per morosità e appena 271 per finita locazione; nessuna per necessità. E lo stesso tipo di dato emerge nel caso della nostra città: terza, dopo Firenze e Grosseto per numero di sfratto. Infatti a Pisa nel 2019 sono stati ben 107 gli sfratti per morosità e solo 4 per finita locazione".

Si tratta di una situazione "molto critica, che con l'emergenza sociale ed economica determinata dal Covid 19 sta diventando sempre più esplosiva con il rischio concreto che centinaia e centinaia di famiglie non riescano a pagare più gli affitti e vengano sfrattate". "Gli interventi della giunta Conti - insiste Diritti in Comune - in questo contesto sono assolutamente insufficienti sia in termini di risorse, solo qualche decina di migliaia di euro, sia di strategia complessiva. Occorre intervenire su un mercato degli affitti drogato".

L'idea è che "il Comune si attivi, di concerto con la Prefettura, presso le rappresentanze dei proprietari di immobili e i sindacati degli inquilini per istituire subito un tavolo per ricontrattare i canoni in essere e per calmierare i futuri canoni sul territorio comunale, per singoli e famiglie che dimostrino una perdita di reddito collegata all’emergenza sanitaria. Lo stesso deve avvenire anche per gli affitti degli studenti universitari, abbassando i prezzi e attivando politiche di agevolazioni fiscali per chi diminuisce i canoni. Al contempo sono urgenti politiche di investimento per il recupero immediato ad uso abitativo dei tanti immobili pubblici lasciati in abbandono e che potrebbero dare una risposta a chi è sempre più in difficoltà. Intervenire sulla crisi abitativa, connessa alla perdita di reddito e di lavoro, è una priorità non rinviabile e che se non affrontata con urgenza diventerà una vera e propria bomba sociale".

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