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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Sicurezza, militari a Putignano: "Decisione demagogica e controproducente"

Il prefetto Attilio Visconti ha chiesto al Ministero dell'Interno un altro contingente di 15 militari, da destinare anche nel quartiere per tranquillizzare i cittadini. Per Ucic-Prc è una scelta contraria alle necessità. Presentato un question time

Quindici soldati in più, da aggiungere ai 20 che già pattuglieranno in città i 'luoghi sensibili' per motivi di antiterrorismo. Il Prefetto di Pisa ha deciso di richiedere al Ministro dell'Interno un contingente aggiuntivo di soldati, che saranno utilizzati con compiti di controllo ma non di polizia giudiziaria. Nelle intenzioni di Visconti i militari non avranno solo il compito di vigilare sugli obiettivi cosiddetti sensibili, ma potranno essere utilizzati anche per pattugliare le zone ritenute più a rischio microcriminalità. Una di queste zone è il quartiere di Putignano.

Una decisione che non trova d'accordo i consiglieri di Ucic-Prc i quali hanno presentato un question time che verrà discusso in Consiglio comunale. "Vogliamo sapere - scrive in una note Ucic-Prc - se questa decisione di utilizzare i militari a Putignano sia stata presa dal Prefetto o anche dal Comitato per l'ordine e la sicurezza e quale sia al riguardo la posizione dell'Amministrazione comunale".

Nelle settimane scorse il 'Movimento di Azione Civica' di Putignano aveva promosso una raccolta firme per chiedere al Prefetto di impiegare i militari giunti a Pisa in operazioni di controllo del territorio. "Se è vero che esistono disagi e malesseri segnalati da alcuni cittadini - si legge nella nota di Ucic-Prc - non è invece reale la situazione emergenziale denunciata: le statistiche dicono che a Pisa reati e criminalità sono in diminuzione e se l'insicurezza percepita è forte, una delle cause va cercata nelle campagne irresponsabili di chi vuole sfruttare politicamente questa situazione. In ogni caso rispondere ad eventuali criticità fornendo al quartiere il 'conforto' della vista di soldati per le strade, magari con il mitra spianato, è solamente demagogico e potenzialmente controproducente".

Secondo il gruppo consiliare una "presenza armata diffusa per le strade rischia di innalzare ulteriormente la tensione. I militari hanno compiti specifici che non riguardano l'ordine pubblico, la lotta contro la microcriminalità o il mantenimento del 'decoro urbano', e esperimenti simili in altre città hanno già mostrato che l'utilizzo dell'esercito per il controllo di questi fenomeni è inutile, come anche confermato da una relazione della Corte dei Conti".

Ucic-Prc chiedono quindi un investimento sociale collettivo nelle periferie. "Se i quartieri avessero servizi diffusi e spazi sociali - prosegue la nota del gruppo consigliare - e se si facessero ripartire le politiche per dare casa a tutti, senza combattere col senso continuo di angoscia dovuto alla sottrazione quotidiana dei diritti economici e sociali, è probabile che il senso di 'emergenza' che si attribuisce all'immigrazione e alla presenza di minoranze sarebbe un po' meno urgente, e che si potrebbero mettere in pratica, sul tema, iniziative razionali e inclusive. Tutte richieste - concludono i consiglieri di Uci-Prc - che richiederebbero da parte delle nostre istituzioni senso di responsabilità, visione del futuro e utilizzo dei soldi pubblici a favore dei cittadini. Troppa fatica. Meglio chiamare l'esercito".

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