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Sinistra Ecologia e Libertà sullo stato della Provincia di Pisa

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PisaToday

Il recente intervento del presidente Marco Filippeschi, che condanna senza appello l’ulteriore taglio presente nella legge di stabilità ai danni di quel che resta delle province, ci porta a riflettere e a formulare alcune considerazioni di carattere politico e amministrativo che hanno l’intenzione di informare i nostri cittadini su quello che accade oggi e che avrà conseguenze assai gravi fin da domani.

Come è noto, Sinistra Ecologia Libertà non condivide la riduzione delle forme di partecipazione e controllo democratico delle decisioni pubbliche; tuttavia, malgrado l'assenza di un Consiglio Provinciale eletto direttamente dai cittadini, la partecipazione alle elezioni per il rinnovo del consiglio provinciale nell’ottobre del 2014 nella lista “Centrosinistra per la Provincia di Pisa” andava nella direzione di garantire comunque un’apertura ed un coinvolgimento nelle decisioni politiche da prendere, mettendo a disposizione la struttura di SEL a livello locale e provinciale al fine di promuovere un proficuo confronto ed una sintesi.

Crediamo peraltro che il nostro rappresentante, il sindaco Massimiliano Ghimenti, stia certamente dando un importante contributo non solo al fianco dei lavoratori, ma anche nella rivendicazione dell'importanza delle funzioni gestite dalle provincie con personale altamente qualificato e che devono necessariamente trovare nuovi soggetti competenti per non creare disagi ai cittadini.

Questo lavoro importante e faticoso, già difficile nelle condizioni date fin dall'inizio, perde la sua efficacia e viene svuotato di significato sistematicamente non con un confronto politico, amministrativo e neppure programmatico, ma con le leggi di stabilità. L'ultima in particolare, quella che è attualmente in discussione, dà il colpo di grazia ad un ente che ha ancora delle competenze, che dovrebbe ancora garantire dei servizi, che ha ancora lavoratori alle sue dipendenze.

Tra le altre, tre criticità emergono in tutta la loro gravità: la legge Del Rio prevedeva la "dismissione" delle province a partire dalla componente politica elettiva sostituita dall'elezione di "secondo livello" (da parte dei consiglieri comunali) di consiglieri o sindaci dei comuni, effettivamente gli unici ad avere discernimento sulla gestione delle funzioni che ancora rimangono assegnate ad un ente sovracomunale. Questo quadro è stato superato dalle leggi di stabilità che hanno ridotto drammaticamente le risorse a disposizione delle province limitandone fortemente l'azione fino ad arrivare, con i provvedimenti in Senato, alla paralisi completa dell'azione politica e programmatica dell'attuale Consiglio. Senza risorse economiche qualsiasi idea o progetto politico non può essere realizzato, ma non possono neppure essere gestiti servizi, che sono ancora di competenza della Provincia, come la gestione delle scuole e delle infrastrutture legate alla viabilità. Le riforme si fanno disegnando il punto d'arrivo. Il governo non lo ha fatto, con un atteggiamento a dir poco irrespondabile.

In secondo luogo, ad aggravare il quadro economico ci pensa pure la Regione, la quale intende acquisire i beni delle province a titolo gratuito, così da farne ulteriormente sprofondare i bilanci già malconci.

In terzo luogo, esiste un pesante problema legato al personale dipendente dell'ente, il quale più difficilemente potrà essere assorbito dai comuni, come invece sembrava potesse essere possibile in seguito alla presa in carico di funzioni dalla provincia, perché nel frattempo con la legge di stabilità sembra tornare il turnover per i lavoratori della Pubblica Amministrazione. Ennesimo pasticco di un governo che si contraddice mostrando di non avere un vero e proprio disegno in mente.

Anche per questi motivi condividiamo nella sostanza l'intervento del presidente Filippeschi, perché non si può continuare a disegnare l'architettura istituzionale di questo paese utilizzando come criterio primario quello del risparmio e dell'accentramento delle decisioni, chiudendo gli spazi di confronto partecipato e democratico in modo irresponsabile e miope.


Giacomo Pratali, Resp. Provinciale Enti Locali di Sinistra Ecologia Libertà

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