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Le minoranze incalzano sullo smart working in Comune a Pisa

Chiesta dal Pd una riunione urgente in Quarta Commissione. Dovrebbero ricorrere alla modalità a distanza "almeno il 15% dei dipendenti"

Il post pandemia, a cui l'intera società ora guarda con maggiore ottimismo visto l'allentamento delle misure anti-Covid ed il calo dei contagi, porterà novità dal punto di vista istituzionale. E' quanto si dibatte ormai da mesi a livello pubblico e il Comune di Pisa non fa eccezione. I lockdown hanno portato in dote lo sviluppo del lavoro a distanza, lo smart working. Come ha già fatto il gruppo di Diritti in Comune, promuovendo una interrogazione in Consiglio Comunale, ora su richiesta del Partito Democratico anche in Quarta Commissione Consiliare si parlerà del 'Piano organizzativo del lavoro agile' per i dipendenti comunali. Il tema è quello dell'efficienza della macchina amministrativa, insieme ad un miglioramento della qualità della vita dei lavoratori.

"Entro il 31 gennaio - scrivono Benedetta Di Gaddo e Andrea Serfogli - tutti i Comuni devono adottare il Piano organizzativo del lavoro agile, il cosiddetto 'Pola'. Il Comune di Pisa non l’ha ancora fatto. Il Pola dovrà prevedere, limitatamente alle attività che possono essere svolte in modalità agile, che dello smart working possa avvalersi almeno il 15% dei dipendenti e che gli stessi non subiscano penalizzazioni. Inoltre nel Pola dovranno poi essere definite le misure organizzative, i requisiti tecnologici, i percorsi formativi del personale, anche dirigenziale, e gli strumenti di rilevazione e di verifica periodica dei risultati conseguiti. In caso di mancata adozione del Pola il lavoro agile si applica almeno al 15% dei dipendenti che lo richiedano. Il Comune di Pisa cosa sta facendo in merito?".

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