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SdS, Sandra Capuzzi risponde ai 5 Stelle: "Conflitto di interesse? Non sanno le cose"

L'assessore: "Per essere presidente della SdS bisogna essere sindaco o assessore di uno dei Comuni consorziati". Sul servizio di trasporto sociale: "Erogarlo e farlo a costi contenuti nostra decisione, la legge non ci obbliga"

"Il Movimento 5 Stelle non sa le cose, visto che per essere presidente della Società della Salute bisogna essere sindaco o assessore di uno dei Comuni consorziati". La presidente della SdS e assessore al Sociale del comune di Pisa, Sandra Capuzzi, risponde con una nota al Movimento 5 Stelle che, nei giorni scorsi, l'aveva accusata di "conflitto di interesse" in merito al doppio ruolo da lei ricoperto. I pentastellati avevano anche chiesto al sindaco di revocare all'assessore la delega a presidente dell'ente di via Saragat, dopo quello che avevano definito "l'ennesimo tentativo, da parte della SdS, di chiedere ai disabili e alle loro famiglie il pagamento di quote di compartecipazione per servizi a cui invece avrebbero dovuto avere accesso gratuitamente'".

Il riferimento ad una lettera inviata dalla SdS alle famiglie di alcuni disabili, nella quale si chiedeva di pagare una quota di compartecipazione per il servizio di trasporto sociale. Servizio a cui invece, secondo i 5 Stelle, avrebbero dovuto accedere gratuitamente. Tesi sostenuta anche dal Difensore Civico Regionale, Lucia Franchini, che, interpellato dai 5 Stelle stessi, invitava con una lettera Comune e SdS a "riesaminare la questione, attivando gli atti necessari per non attivare forme di discriminazione nei confronti dei disabili". "Dalla Franchini - afferma però nella nota la presidente della SdS - è arrivata una semplice richiesta di chiarimenti".

Nella Zona Pisana sono in tutto 190 le persone che usufruiscono del servizio. "Quasi un terzo di queste (59) - scrive la Capuzzi - sono completamente esentate e quindi non devono pagare alcunchè. Le altre pagano 78 euro all'anno, una cifra molto bassa dato che corrisponde ad appena ventidue centesimi al giorno per un servizio molto importante e rivolto a persone che vivono una situazione di grave disagio. Un servizio assicurato ad una tariffa molto contenuta proprio in ragione delle difficili condizioni in cui versano coloro che ne fruiscono".

"Numeri alla mano - prosegue la nota - i Comuni della Zona Pisana spendono per il trasporto sociale 1,1 milioni di euro l’anno, mentre la compartecipazione richiesta ai fruitori ammonta a 15mila euro, cifra che ci consente di coprire appena l’1,4% del costo complessivo". La presidente della Società della Salute sottolinea inoltre che "il trasporto sociale dei disabili ai centri diurni non rientra nei livelli essenziali d’assistenza, ossia nell’elenco di quei servizi che gli enti locali sono obbligati per legge ad assicurare, ma è un servizio che nella Zona Pisana abbiamo deciso in piena autonomia di finanziare e sostenere per la sua oggettiva importanza", e rivendica la scelta fatta dai Comuni d'investire "su un servizio molto importante per rendere un po’ meno disagevole la vita a chi l’ha già molto complicata".

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