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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Strade sicure significa potersi muovere in città senza usare l'auto e senza rischi per la propria incolumità

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PisaToday

E così, mentre l’estate pisana avanza con la polemica, sopita per qualche settimana ma pronta a riesplodere, sul divieto per bici e monopattini in Piazza dei Miracoli, nelle strade, quelle vere, dove vivono le persone tutti i giorni, succede l'ennesima tragedia. Una tragedia devastante, come la morte di un ragazzino di 16 anni, che non può essere solo derubricata a tragica fatalità. Le morti sulla strada sono anche una conseguenza di scelte fatte e di priorità assegnate: se la priorità continua ad essere l'automobile e il suo diritto inalienabile di andare dovunque e sempre più veloce, e se chiunque altro voglia usare la strada viene visto come un intralcio, è inevitabile che si arrivi a questo.

Da anni denunciamo la mancanza di una politica seria di sicurezza in città, lontana dai proclami mediatici e dalle crociate leghiste contro la marginalità sociale, ma che sia concentrata dove si rischia davvero la vita tutti i giorni: nelle strade. Ogni anno decine di morti e feriti, e tanti che nemmeno conosciamo, ma poi l'attenzione finisce sul problema delle biciclette in Piazza dei Miracoli. Come è possibile accettare tutto questo?

Nella recente discussione sul PUMS (Piano Urbano per la Mobilità Sostenibile) nulla è stato detto su questo tema, e le nostre proposte in materia di sicurezza, ad esempio quella sulle Zone Scolastiche libere dalle auto che riguardano la sicurezza dei più piccoli, sono state addirittura bocciate.

Le piste ciclabili piacciono a tutti quando sono fuori città, e non danno noia a nessuno, ma quando sono in città e per essere realizzate devono togliere spazio alle auto iniziano i distinguo… e laddove esistono vengono sistematicamente violate, utilizzate come parcheggi, corsie di sorpasso, aree di sosta. Idem per i marciapiedi. Anche questo non è frutto del caso, ma di priorità che vengono date.

Tutto ciò non è accettabile. Non è accettabile nei confronti di tutte le famiglie delle vittime della strada e, soprattutto, non è accettabile nei confronti di tutte le persone che vittime non lo sono ancora, e non vorrebbero diventarlo.

Chiediamo allora alla Giunta se davvero davanti all’ennesimo morto sulla strada vuole dare il segnale che il problema sono le biciclette in Piazza dei Miracoli o se invece non intenda, finalmente, affrontare il vero problema di sicurezza in città limitando fortemente il numero e la velocità delle auto in favore di tutto gli altri mezzi più sicuri e più sostenibili. La città attende risposte concrete.

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