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Trasporto pubblico, Valeria Antoni (M5S): "Il buco con le aziende intorno"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PisaToday

Spiace che alle cronache cittadine sfugga una notizia che dovrebbe destare preoccupazione quella dello stato patrimoniale della neo Ctt nord,azienda dei trasporti che meno di un'anno fa ha inglobato la Cpt.
Dovrebbe destare preoccupazione perché alla Cpt, azienda che garantiva un servizio
efficiente e posti di lavoro, si è sostituita ,in previsione della gara regionale la Ctt nord.
La genesi della neoazienda è infatti quella della fusione di tre aziende la pisana Cpt, la livornese Atl e la lucchese Clap, con l'intento di presentarsi alla gara regionale tanto auspicata dal governatore Rossi.

Ebbene dall'ottobre del 2012 momento in cui il consiglio comunale di questa città ha deciso per lo scioglimento di Cpt e per la fusione con le altre aziende, si è allargato il debito che le due consorziate si sono portate nella fusione.
Il risultato è che l'azienda pisana sta pagando sulla sua pelle il frutto di scelte poco chiare fatte da amministratori che con estrema facilità potevano prevedere la situazione attuale. Infatti i bilanci delle consorelle erano chiari già da tempo.
Attualmente la situazione è quella di un debito di 7 milioni di euro, un parco vetture molto attempato, una media di 14 anni, corse che rischiano di saltare in maniera ancora più consistente, la sicurezza dei passeggeri che si fa sempre più precaria, e il conseguente aumento del titolo di viaggio.
I lavoratori hanno già visto una contrazione di 250 euro nel salario.

Sarà un'argomento che non fa notizia rispetto alle vicende estive circa disegni politici vari, feste e dibattiti da salotto, ma come cittadini dovremo invece iniziare
a preoccuparci. Se entro fine anno non si andrà verso la gara regionale , il buco rischia di allargarsi, e con esso ci rimetterà la città intera.
A questo punto restano da chiarire alcune dinamiche, sia sulla previsione di gara regionale, sia sulla convenienza della fusione da parte dei soci pisani, in cui è presente il comune di Pisa, sia sul futuro del trasporto pubblico locale.
Il modello dei trasporti della regione è da ridisegnare nella sua globalità, affinché non siano sempre le categorie più deboli a farne le spese.

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