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25 aprile: una storia di liberazione

Il 25 aprile del 1945 è festa nazionale: si celebra la liberazione dell'Italia dall'occupazione nazifascista

Ogni 25 aprile in Italia si festeggia la Festa della Liberazione: questo giorno è ricordato anche come l'anniversario della Resistenza, e celebra la liberazione del suolo nazionale dall'occupazione delle forze nazifasciste al termine della seconda guerra mondiale. Questa giornata quindi ha una doppia valenza: militare, dovuta alla definitiva sconfitta dell'esercito tedesco, e politica, scaturita dalla lotta ingaggiata dalle forze partigiane di diversi colori contro il regime fascista prima e repubblichino poi.

1. "Arrendersi o perire"

"Arrendersi o perire" fu l'ordine diramato dai quadri dirigenti di tutte le forze partigiane operanti all'interno dei confini italiani: che fossero brigate rosse, bianche o di qualsiasi altra connotazione politica, l'imperativo dettato a quelli che l'esercito nazista aveva inquadrato come banditi fu di lottare fino all'ultimo uomo per tramutare in realtà l'insurrezione finale e decisiva contro l'occupazione tedesca.

Il 25 aprile il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (CLNAI) – il cui comando aveva sede a Milano ed era presieduto da Alfredo Pizzoni, Luigi Longo, Emilio Sereni, Sandro Pertini e Leo Valiani – indicò a tutte le forze partigiane attive nel Nord Italia facenti parte del Corpo Volontari della Libertà di attaccare i presidi fascisti e tedeschi imponendo la resa, giorni prima dell'arrivo delle truppe alleate. Parallelamente il CLNAI emanò dei decreti legislativi, assumendo il potere "in nome del popolo italiano e quale delegato del Governo Italiano", stabilendo tra le altre cose la condanna a morte per tutti i gerarchi fascisti, incluso Benito Mussolini, che sarebbe stato raggiunto e fucilato tre giorni dopo.

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