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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Basilica di San Piero a Grado: la fusione perfetta fra storia, religione e arte

Costruita sul sito di un antico porto romano, la basilica è stata soggetta a diverse ristrutturazioni nel corso dei secoli. La leggenda narra che sia stata fondata da San Pietro

La fortuna commerciale della città di Pisa, sotto la dominazione romana prima e nel corso dell'epopea della Repubblica poi, fu dovuta principalmente alla sua strategica posizione al centro di un reticolo idrico favorevole alla creazione di un sistema di porti marittimi e scali fluviali. Tra questi ultimi uno dei più importanti dal 7° secolo a.C. era quello che si trovava sul ramo più settentrionale della foce dell'Arno (che all'epoca aveva una conformazione a delta, non a estuario). Fu in corrispondenza con questo porto fluviale che venne eretta quella che ancora oggi viene ammirata come un'opera di importanza centrale nello studio dell'arte romanica.

1. Lo sbarco di San Pietro

Secondo una tradizione documentata a partire dal 13° secolo e risalente almeno all'età carolingia (8°-9° secolo), San Pietro sbarcò sulla foce dell'Arno dove oggi sorge San Piero a Grado, intorno al 42-44 d.C.. Proveniente dalla Siria, questo approdo fu la sua prima tappa nell'itinerario che lo condusse a Roma. Una volta approdato, sempre secondo la leggenda, eresse il primo altare di pietra in Italia, consacrato poi da papa Clemente I. 

altare di san pietro basilica san piero a grado

La denominazione odierna 'a Grado' deriva dal latino 'ad gradus, ad gradus arnenses': passo, ingresso, accesso all'Arno, a conferma dell'esistenza di uno scalo portuale già al momento della dominazione romana. La basilica in realtà, oltre ad essere legata a doppio filo con il leggendario sbarco di San Pietro in Italia, è collegata anche ad un secondo mito: nel corso della consacrazione dell'altare eretto dall'apostolo prediletto di Gesù, papa Clemente perse tre gocce di sangue dal naso. La pietra marmorea su cui si posarono è stata col tempo venerata come una reliquia, ed è tutt'ora conservata presso il Museo della Primaziale Pisana.

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