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Piazza dei Cavalieri: da centro del potere civile a luogo d'arte e cultura

Si ritiene che in origine vi risiedesse il foro romano. Nel medioevo era il centro del potere civile, e nel corso dei secoli la piazza è stata palcoscenico ideale per la cultura e l'arte

2. Potere civile e potere religioso

Fin dai momenti immediatamente successivi all'avvio dei lavori per la costruzione degli edifici religiosi racchiusi all'interno dell'odierna Piazza dei Miracoli, la Piazza delle Sette Vie assunse i contorni del centro del potere civile. Una contrapposizione ideale che si esplicava nell'indicazione della 'platea episcopalis', posta al termine di Via Santa Maria, e della 'platea pisani populi'. Tale differenziazione si accentuò soprattutto a seguito della presa del potere del popolo pisano risalente al 1254.

Dopo questo fatto storico la piazza andò incontro ad alcune modifiche strutturali: alcuni edifici già esistenti sul lato settentrionale vennero fusi fra di loro per dare vita al Palazzo degli Anziani o del Popolo, trasformatosi poi nei secoli successivi in Palazzo della Carovana e sede oggi della Scuola Normale Superiore. Il Capitano del Popolo si insediò in quello che oggi è conosciuto come il Palazzo dell'Orologio, già appartenuto alla famiglia Gualandi e sede della Torre della Muda, resa celebre dall'incarcerazione del conte Ugolino della Gherardesca a fine '300.

Intorno alla fine del 1200 il lato meridionale della piazza venne ampliato per dare spazio ad un numero maggiore di uffici e tribunali, e per costruire la residenza del podestà della città. In quell'epoca a sud della piazza si affacciava anche la chiesa di San Sebastiano alle Fabbriche, citata nelle fonti storiche a partire dal 1074. L'edificio religioso portava questo nome per la vicinanza alle officine dei fabbri, presenti in grande numero in quella zona di Pisa sin dal 600 d.C.: venne demolito poi dal Vasari nel 16° secolo.

La zona era densamente popolata anche da altri opifici siderurgici, tanto da essere comunemente indicata nel medioevo anche come 'Fabbriche maggiori'. I fabbri rappresentavano una potente classe imprenditoriale, con il più alto numero di addetti tra tutti i lavoratori, essendo la loro attività legata alla cantieristica navale, all'edilizia, alla produzione di armi e di oggetti di uso comune. 

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