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San Ranieri: dalla sregolatezza alla fede. La storia del santo patrono della città

Gli anni dei folli divertimenti. La conversione, il periodo in Terra Santa ed il ritorno a Pisa. E poi ancora il culto, la Luminara e le leggende. La storia di San Ranieri è tutta da scoprire

2. L'incontro con l'eremita Alberto 

Per il ritorno di Ranieri sulla retta via tanto auspicata dai genitori, e la successiva folgorazione della fede, fu determinante un incontro avvenuto intorno ai 19 di età. Il rampollo incrociò la propria strada con Alberto Leccapecore, un eremita che in quel periodo stava predicando a Pisa. Alberto era un un nobile corso che, dopo aver assistito alla morte del fratello durante uno scontro armato, aveva deciso di abbandonare tutti i suoi beni e di darsi a una vita di penitenza. Ranieri lo vide per la prima volta mentre si trovava a casa di una parente in un luogo detto Arsiccio, un toponimo generico (allude a un terreno bruciato, arso), tradizionalmente identificato con la zona corrispondente all'attuale Cisanello, ma potrebbe ragionevolmente collocarsi anche dalla parte opposta della città, verso la zona di Barbaricina.

Appena  vide Alberto, Ranieri  gli corse dietro per parlargli, ma non riuscì a raggiungerlo che in S.Vito. E qui avvenne il colloquio che cambiò la sua vita. Alberto, fra l'altro, invitò Ranieri e recarsi dal priore di  S.Jacopo 'in Orticaria', un sacerdote di provata esperienza, per una completa confessione dei suoi peccati, in seguito alla quale visse un periodo di profondo travaglio interiore, che i genitori pensarono fosse dovuto a infermità mentale. In seguito, pur profondamente trasformato, riprese la vita consueta, intensificando però le pratiche religiose.

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