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San Valentino: origini e nascita della festa degli innamorati

La ricorrenza, oggi celebrata in buona parte del mondo, fu istituita nel 496 da papa Gelasio I al posto degli antichi Lupercalia

Oggi, martedì 14 febbraio, è San Valentino, la festa degli innamorati. Tale ricorrenza, celebrata oggi in buona parte del mondo, fu istituita nel 496 da papa Gelasio I in sostituzione dei festeggiamenti dei Lupercalia in onore del dio Fauno e deve il suo nome al martire cristiano Valentino di Terni.

San Valentino, le origini della festa degli innamorati

I Lupercalia, nell'antica Roma, erano giornate di festa in cui i servi prendevano il posto dei padroni e viceversa, con lo scopo di dar vita ad un processo di rinascita e di rimettere in atto il caos primigenio. Durante i festeggiamenti venivano svolte alcune pratiche arcaiche di fertilità che prevedevano che le donne, in strada, si sottoponessero ai colpi scaraventati da gruppi di uomini nudi con delle fascine di rami strette da spaghi. Le frustrate, secondo la tradizione, servivano a dare una benedizione che propiziava la fertilità delle donne.

Tali riti, nel tardo Impero Romano, iniziarono però ad essere considerati deprecabili, fino a venire banditi dai papi cristiani e, in particolare, da papa Gelasio I, il quale decise di istituire una festa dedicata all'amore senza riferimenti alla sessualità.

La sua associazione al santo Valentino, giustiziato nel 273 per aver celebrato il matrimonio tra la cristiana Serapia, gravemente malata, e il legionario romano Sabino, entrambi morti proprio durante la benedizione di Valentino, sarebbe invece postuma.

L'esatta evoluzione storica dell'associazione della giornata degli innamorati a San Valentino rimane ancora oggi incerta, ma secondo alcuni studi storici il 14 febbraio sarebbe dedicato agli innamorati già a partire all'inizio del secondo millenio. 

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