Erba alta, zecche e rifiuti a Cascina
Lungo la pista ciclabile che va da san Casciano fino ad oltre Zambra la situazione è scandalosa: forse la sindaca e/o il Comune hanno in mente un'innovativo progetto di salvaguardia del territorio con protezione delle specie animali autoctone, in sintesi messa in atto di azioni di ripopolamento massivo di zecche e talponi con modalità etico-sostenibili (che già il nome fa figo), ovvero mediante creazione di calde e nauseabonde tane di spazzatura apposite per la riproduzione degli animali in oggetto o di muri contenitivi alti metri di simil-mangrovie scaccia-timidezza sempre degli animali in oggetto. Capisco il lato romantico-giunglesco ed etologico-affettivo della cosa, ma il grado di civiltà ne risente pesantemente e più che abitare una ridente e simpatica cittadina della provincia pisana, mi sento (assieme ad altri) prigioniera di una latrina. Non si può vedere, fa schifo. Sarebbe interessante chiedere che fine fanno i soldi del contribuente, in quanto nessuno regala niente e le tasse si pagano salate fino all'ultimo centesimo.
Mi è capitato di vedere personalmente gettati in mezzo alla strada rifiuti speciali (eternit, calcinacci...), batterie esauste d'auto, seggioloni per bambini rotti, oltre che un'altra marea immonda di spazzatura di vario genere. Qui rischiamo un'emergenza igienico-sanitaria a lungo andare, ho addirittura parlato con una signora anziana che dopo una passeggiata con il cane si è ritrovata il corpo invaso dalle zecche.
Questo è il trend non solo sulla pista ciclabile ma più o meno in tutto il comune di Cascina. Non ci sono più spazi verdi (praticabili) né per consentire ai bimbi di giocare né agli anziani di passeggiare.
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