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Dopo Ascoli la lezione da imparare è una sola: crederci con ancora più forza

La sconfitta del Del Duca conferma che il campionato non ha padroni: il Pisa, nonostante un calendario complicato, è in corsa per la promozione diretta

Crederci più forte, proprio dopo una sconfitta per certi versi inaspettata e certamente meritata. Il calcio d'altronde è un gioco parecchio semplice: al netto dei colpi di genio dei fuoriclasse (si contano sulle dita di una mano attualmente, e giocano sparsi per l'Europa: di sicuro non si trovano nel campionato di Serie B), la differenza viene fatta dagli episodi e dall'organizzazione tattica in campo. Al Del Duca i primi hanno voltato le spalle al Pisa, che però è mancato colpevolmente nel secondo aspetto. Perché, se da una parte il palo pieno centrato su punizione da Mastinu o l'occasionissima divorata da Lucca e Puscas sullo 0-0 gridano vendetta, è pur vero che dall'altra parte la gestione scellerata del calcio da fermo che ha spalancato le porte all'Ascoli nell'azione del 2 a 0 è un errore da matita rossa. Senza considerare che anche il primo gol dei padroni di casa è stato servito su un piatto d'argento dalla formazione nerazzurra.

Quattro finali in casa e il 100% di capienza

Nel giro di tre giorni all'ombra della Torre siamo passati dall'euforia incontrollata all'isteria generale. Colpa del cuore, al quale non si comanda, che vorrebbe sempre vedere trionfare la squadra amata. E colpa anche di un campionato che mai come quest'anno risulterà incerto e senza un vero padrone sino alla trentottesima e ultima giornata. Il 3-0 alla Cremonese aveva spinto il Pisa da solo in vetta; il 2-0 incassato ad Ascoli ha fatto scivolare i nerazzurri in seconda piazza, proprio dietro alle spalle dei grigiorossi, tornati al successo fra le mura amiche. A conferma del fatto che l'equilibrio è totale e basta un mezzo passo falso per rimescolare tutte le carte lassù in cima alla graduatoria.

Delle altre contendenti per la promozione diretta, soltanto il Monza ha approfittato della frenata delle avversarie accorciando prepotentemente sul podio. Persino il Lecce, accreditato di una facile vittoria in casa del Cosenza, ha dovuto sudare sette camicie prima di acciuffare il pareggio nell'ultimo dei sette minuti di recupero concessi dall'arbitro. La bagarre è completa: le prime otto formazioni sono racchiuse in un fazzoletto di appena otto punti. Con otto giornate ancora da disputare da qui alla fine della stagione regolare, tutto è ancora in gioco e nessun verdetto è scritto.

E quindi c'è l'estremo bisogno di mettere da parte critiche isteriche e lamenti 'scontati' alla lettura della formazione titolare disegnata da mister D'Angelo, per spingere la squadra con il calore del tifo. A cominciare dalla sfida di domenica 20 marzo contro il Cittadella, avversario che tradizionalmente impone allo Sporting Club ostacoli su ostacoli e concede pochi punti. Servirà un'Arena Garibaldi sulla scia di quella vista contro la Cremonese: bolgia incessante per novanta e più minuti, pressione costante sugli avversari, incitamento trascinante per i nerazzurri. Il blocco composto da squadra e pubblico nel passato ha spesso fatto la differenza in positivo nelle sorti sportive dello Sporting Club: dovrà riuscirci anche stavolta. Perché il calendario propone quattro sfide casalinghe nelle quali il Pisa deve puntare a conquistare il bottino pieno: dopo Cittadella, il 6 aprile toccherà al Brescia, poi il Como il 18 aprile e infine il Cosenza alla penultima giornata. Dalla sfida col Brescia inoltre ci sarà l'attesa riapertura completa dello stadio: la capienza degli stadi, su indicazione del governo, tornerà al 100%. E soprattutto non sarà più obbligatorio il Super green pass per accedere ai gradoni: sarà sufficiente il Green pass base (vaccinazione, guarigione o tampone negativo). Si rivedranno al centro della Curva Nord, quindi, anche i gruppi organizzati che ancora non hanno fatto ritorno allo stadio. La spinta del pubblico potrà e dovrà essere totale verso un obiettivo che la città non raggiunge da 32 anni e che val bene l'accantonamento di mugugni e critiche.

Nel girone d'andata la squadra di Luca D'Angelo tra la sfida col Cittadella e quella col Frosinone mise insieme 16 punti, viaggiando alla media di due punti a match. In questo percorso il Pisa è atteso da tanti scontri diretti (Benevento, Brescia, Lecce e Frosinone soltanto per citare le compagini attualmente dentro ai playoff), ma proprio in queste sfide Torregrossa e compagni hanno dimostrato di sapersi esaltare. Ed è in queste partite che i nerazzurri hanno costruito, cammin facendo, le certezze e le basi sulle quali imbastire il sogno della promozione diretta in Serie A. Le possibilità rimangono intatte, restano otto finali da vivere e giocare al massimo delle potenzialità. Certi del fatto che, se da parte nostra c'è il timore di sfidare rivali di un certo calibro, anche sulla sponda opposta non si dormiranno sonni tranquilli alla vigilia del match contro il Pisa. Partita dopo partita, come predica da sempre mister D'Angelo, lo Sporting Club può coronare il sogno. E se non ci riuscirà passando dalla porta principale, avrà la possibilità di farlo con i playoff: difficile, ma sicuramente non impossibile.

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