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Cenaia, una favola con il lieto fine della Serie D. "La vittoria del gruppo e della programmazione"

Viaggio nel mondo arancioverde attraverso le parole dei protagonisti di un'impresa storica

In un angolo della provincia di Pisa c'è un cuore arancioverde che batte più forte che mai. È quello del Cenaia, fresco della matematica vittoria del campionato di Eccellenza girone A  con un turno d'anticipo e, di conseguenza, della sua prima promozione in Serie D. Il punto più alto di una storia lunga 54 anni, raggiunto al termine di una stagione che ha visto la formazione di Macelloni imporsi nonostante la concorrenza di squadre anche ben più quotate. Una vera e propria impresa sportiva, per una frazione (circa duemila anime) del comune di Crespina-Lorenzana, da tradizione strettamente legata alle sorti della sua compagine rappresentativa. 

"E' stata una grandissima soddisfazione - afferma Daniele Baroncini, proprietario del club, ai microfoni di PisaToday - sono qui da 18 anni, è il mio paese e mi rende felice essere riusciti a dare una gioia immensa alla comunità cenaiese. Rimanere in testa ad un campionato difficile e avvincente come questo da novembre alla fine è stato un segnale forte. Domenica ci godremo la festa, poi cominceremo a pensare alla grande avventura in D continuando a puntare su programmazione, serietà e lavoro continuo, senza fare voli pindarici".

Gioia particolare per Enrico Milianti, subentrato alla presidenza del Cenaia nel maggio scorso dopo la scomparsa di Stefano Vannini: "Dedichiamo questo traguardo a Stefano (Vannini, ndr) ed a Riccardo Montagnani. È stata un'annata eccezionale, i numeri parlano chiaro. Portare il Cenaia in D è un sogno avverato ed è stato bello anche il modo in cui ci siamo riusciti. Allenatore e staff hanno creato un clima di famiglia, alimentato da un paese intero che ci ha seguito, compresi i nostri 'Torboneros'. A prescindere da chi giocava ho sempre visto in campo undici leoni. Ho traghettato la squadra in questo anno, ora vedremo il da farsi in vista di una categoria come la D".

Sulla panchina della Prima squadra arancioverde, da ben otto anni, siede Massimo Macelloni. 47 anni, ex calciatore professionista, anch'egli cenaiese doc, incarna a pieno la filosofia di questa società. "È un risultato che viene da lontano - spiega il tecnico - nella costruzione del gruppo abbiamo guardato prima alle persone, privilegiando il gruppo rispetto al singolo, senza 'prime donne'. I ragazzi sono stati bravi ad accettare le mie scelte ed a farsi trovare sempre a disposizione dimostrando grande serietà. È una bella impresa, doppiamente sentita da parte mia. Vedere tutte quelle persone ad aspettarci al ritorno da Montespertoli è stato emozionante. Il momento chiave della stagione credo sia stata la vittoria con la Cuoiopelli: da lì c'è la stata la consapevolezza di poter vincere il campionato".

Compattezza e senso di appartenenza: come racconta Giacomo Signorini, 28 anni, difensore e capitano, la forza della rosa allestita con sapienza dal direttore sportivo Bruno Betti scaturisce da questi due fattori. "Non sono mai mancati lo spirito di sacrificio e la capacità di sopperire in maniera eccezionale alle assenze. Un aspetto bello da notare è che in campo, tra noi, non ci sono mai state parole di troppo. Va dato merito al mister per aver saputo gestire un gruppo di venti titolari. L'ambizione era di centrare i playoff, ma nessuno si sarebbe mai aspettato di vincere il campionato. Ne abbiamo preso consapevolezza col passare delle partite guardando i risultati ed il clima di serenità e di positività che si respirava. Abbiamo fatto un miracolo sportivo e sarà bello vedere un piccolo paese come Cenaia lottare contro piazze blasonatissime".

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