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Il San Frediano Calcio festeggia i 100 anni: dalla Regione arriva una targa commemorativa

La società rossoblu è stata ricevuta a Firenze in occasione del centenario

Cento anni di passione, dai colori rossoblu, per la società pisana dallo stadio affollato di paesani. Una storia, quella del San Frediano Calcio 1922, vissuta dalla comunità, e un traguardo davvero importante, un secolo, che viene celebrato anche in Consiglio regionale. La cerimonia si è svolta in sala Gonfalone di palazzo del Pegaso per il conferimento della targa alla società pisana San Frediano Calcio 1922. A presenziare l’evento è stato il presidente dell’assemblea toscana Antonio Mazzeo e il vicepresidente Marco Casucci, presenti anche i consiglieri regionali Elena Meini e Giovanni Galli. Ha ritirato la targa il presidente della società sportiva Marco Orsini.

"Oggi è un giorno di festa - ha detto Antonio Mazzeo presidente dell’assemblea toscana - perché ricordiamo l’impegno radicato nel tempo della Polisportiva di San Frediano a Settimo che ha permesso a tanti ragazzi e ragazze di vivere lo sport di base dando risposte positive ai nostri territori, con l’impegno di molti volontari che hanno permesso di costruire un’esperienza di aggregazione molto importante".

"Abbiamo deciso di aprire il palazzo a settori vitali per la tenuta della nostra società come lo sport - ha aggiunto Marco Casucci vicepresidente - e il premio che oggi diamo alla società San Frediano Calcio è il giusto riconoscimento per un impegno teso ad educare a valori sani e positivi i nostri giovani. E' giusto valorizzare e dare visibilità a queste esperienze che arrivano dalla Toscana che non rappresentano una dimensione minore, ma sono realtà meno conosciute dal grosso pubblico". In occasione dei festeggiamenti è stato realizzato anche il 'Libro del Centenario - San Frediano Calcio', curato dal giornalista Fabrizio Impeduglia, attuale direttore sportivo del San Frediano. Duecento pagine con centinaia e centinaia di foto (storiche e recenti) a ricordare la storia della società. In copertina una vera e propria 'chicca': oltre 3000 persone che assistono alla partita San Frediano-Pisa Sporting Club del Campionato di Promozione Toscana 1956-1957.

"Un riconoscimento, quello regionale, che ci riempie di orgoglio - ha affermato il presidente della società Marco Orsini - e che testimonia l’impegno dei nostri volontari che ha permesso di far crescere la nostra attività nel tempo. Speriamo che la storia di questa società possa proseguire anche nel futuro, permettendo di raggiungere traguardi sempre più ambiziosi".

Due 'dinastie' di calciatori sanfredianesi, i Barontini, col padre Fabrizio, bandiera del Pisa Sporting Club (suo il record assoluto in maglia neroazzurra con 318 presenze, dalla serie C alla serie A) ed il figlio Federico (che ha raggiunto la serie A con la Fiorentina, anche se non ha mai avuto l’onore di poterci esordire). L’altra dinastia, che ha avuto addirittura maggior successo, è quella dei Birindelli: a partire da Narciso (storica figura del calcio sanfredianese e cascinese) e poi il figlio di suo cugino Paolo, Alessandro (118 presenze nell’Empoli e 192 nella Juventus in 11 anni, dove conquista tre scudetti e riesce ad arrivare due volte alla finale di Champions League), ma avendo anche la grande soddisfazione di poter indossare per 6 volte la maglia della Nazionale A), per arrivare fino ai giorni nostri col figlio di Alessandro, Samuele, baluardo del Pisa Sporting Club (167 presenze con esordio, appena diciassettenne, nel 2016).

"Con particolare gioia, mi sono resa promotrice di un’iniziativa svoltasi presso il palazzo del Consiglio regionale a Firenze, che ha voluto omaggiare il San Frediano Calcio, il quale ha raggiunto l’invidiabile traguardo dei cento anni di attività - afferma Elena Meini, capogruppo in Consiglio regionale della Lega. "Lo sport ha un altissimo valore sociale ed educativo e quindi ritengo che sia fondamentale anche da parte delle istituzioni sostenere società sportive come quella oggi premiata nel capoluogo regionale - prosegue il consigliere - Praticare qualsiasi attività sportiva, significa, infatti, abbracciare determinati aspetti, come quello del fair-play e quindi del rispetto dell’avversario. Un doveroso ringraziamento, dunque, va ai tanti dirigenti ed allenatori che si sono susseguiti in questi lunghi decenni; un impegno da lodare e possibilmente da imitare".

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