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Ripresa del calcio, la Curva Nord avvisa: "Non usare l'emergenza coronavirus per colpire il movimento ultras"

Il cuore del tifo organizzato nerazzurro si fa sentire a poche settimane dalla ripresa del campionato di Serie B

A poche settimane dalla ripartenza del calcio italiano dopo lo stop imposto dall'emergenza Coronavirus, i gruppi organizzati della Curva Nord 'Maurizio Alberti' esprimono la loro opinione. Gli ultras nerazzurri parlano sia della legittimità dei campionati di riprendere il loro percorso, sia del pericolo che il movimento ultras può correre a causa degli effetti collaterali delle misure anticontagio. "Abbiamo trovato vergognoso che si sia parlato di calcio dal 'giorno dopo' la pandemia. Che tra rischi e problemi di ogni genere, ben più gravi, compresi i lutti, si siano sempre trovati lo spazio e la voglia per mettere di mezzo le esigenze delle società, dei calciatori, le immancabili telenovele economiche tra Lega e televisioni. Tutto questo mentre i negozi chiudevano e la gente faceva fatica, così come adesso, a mettere insieme il pranzo con la cena". 

"Il calcio, come gli altri sport, come tutto, prima o poi dovrà ripartire - proseguono i gruppi organizzati della Curva Nord - che sia adesso, tra un mese o a settembre  prima o poi dovrà ripartire, ma chiediamo fortemente che le decisioni in merito alla ripartenza siano prese da chi di dovere e tenendo conto esclusivamente dell'emergenza sanitaria, e non per pressioni di altro tipo. E se, inizialmente, ripartirà senza pubblico, rispetteremo le misure di contenimento del contagio così come abbiamo fatto nel 'lontano' pomeriggio di Pisa - Livorno, invitando i tifosi a non assembrarsi fuori dalla curva. Crediamo che il sistema calcio abbia mancato di rispetto ai tifosi veri, considerandoli superflui, o danneggiandoli direttamente, innumerevoli volte.  Non è questo il punto".

"Il punto è che - sottolineano i gruppi organizzati - terminata la situazione di emergenza, e la necessità, per salute pubblica, di rispettare determinate 'norme', si torni immediatamente alla situazione normale. Tutti in piedi, bandiere, stendardi, cori, e che non si utilizzino strumentalmente le paure delle persone, o la scusa del Covid, per assestare il colpo di grazia al movimento ultras, con manovre repressive e ulteriormente lesive delle libertà personali. E’ un aspetto che ci interessa, che riguarda tutti: su questo siamo e saremo disposti a lottare, a far sentire la nostra voce. Chiederemo con forza, inoltre, qualora vengano disputate partite a porte chiuse, che ai diffidati venga sospesa la firma: assembrarsi in Questura per dimostrare che non si è allo Stadio, quando allo Stadio non può andare nessuno, sarebbe l’ultima e più crudele beffa".

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