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Caos Pisa: parlano i giocatori e il vicepresidente

Dopo le dimissioni di mister Gattuso, i calciatori e Freggia si esprimono sul momento che si vive in casa nerazzurra

Pisa choc. Forse, ma probabilmente nemmeno più di tanto, considerando che i matrimoni d’obbligo difficilmente funzionano nella vita, figurarsi sul lavoro. Ed è questo lo scenario che si era presentato a Pisa dallo scorso dicembre, quando Petroni arrivò in Toscana senza il placet di mister Gattuso, un matrimonio forzato: a giugno, per il bene della società, nel noto 'patto di Gallarate' sembravano appianate tante divergenze, ma i (noti) guai giudiziari del patron hanno nuovamente cambiato le carte in tavole, e ieri ecco la tempesta. Gattuso si dimette a seguito dell’addio dal CdA del suo avvocato, Minghetti, e in casa nerazzurra si scatena il caos.

Dopo probabilmente una riunione interna, la squadra dirama un comunicato nel quale esprime al tecnico la “massima solidarietà professionale e vicinanza morale”. Non solo, i calciatori confermano “le difficoltà nello svolgere quotidianamente e professionalmente l'attività ed invitiamo la società nella figura dei suoi rappresentanti ad adoperarsi in maniera risolutiva affinché rientrino tali problematiche”.

Non manca poi la considerazione dell’altra sponda del club, quella del vicepresidente Giancarlo Freggia, che in una lettera aperta a Petroni e Taverniti chiede ai due di fare un passo indietro per il bene del Pisa rispettando gli accordi presi a Gallarate, che potrebbero “far sì che il Mister possa tornare nuovamente alla guida della squadra”. Questi, come riporta Freggia nella nota inviata alla stampa, i punti cruciali del patto:

“1- Tutto il settore sportivo, prima squadra e settore giovanile, in mano a Lucchesi e Gattuso, togliendolo immediatamente a Tambone & c. (Che lo hanno ottenuto direttamente da voi e che, come primo segnale distensivo, hanno ritenuto geniale non rispettare le segnalazioni dello stesso Gattuso) 
2- Ripartire le deleghe tra tutti i membri del cda (e invece ad oggi le ha tutte Taverniti, quindi il cda non ha più nemmeno senso di esistere)
3- Pagamento puntuale degli accordi economici verso giocatori, dipendenti nonché tutti i fornitori (ad oggi mai completamente rispettati)
4- Taverniti non più presente nella gestione del Pisa ma solo come membro cda (Fabio, lo avevi garantito come Primo punto dei patti ma in realtà dopo una settimana gli hai conferito tutti i poteri ordinari e straordinari  per gestire la società) 
5- nomina di un professionista come consulente per la gestione amministrativa della società (tra l'altro già individuato di comune accordo) che controllasse tutte le uscite e le entrate economiche (ad oggi mai stato nominato)
6- versamento, al bisogno, di tutti i soldi necessari per fare fronte alla gestione quotidiana della società 
7- convocazione settimanale del consiglio di amministrazione per discutere i problemi della società (dal giorno dopo Gallarate non lo avete mai convocato)”.


Non si è ancora espresso in merito Fabrizio Lucchesi, che potrebbe sensibilmente incidere sugli equilibri futuri della squadra, in particolar modo sulle possibili ed eventuali scelte dei giocatori. Intanto mercoledì c’è l’amichevole contro il Celta Vigo, e la Tim Cup è ormai alle porte: domenica ad attendere il Pisa c’è il Brescia. Proprio quel Brescia che nel lontano 2009 condannò il Pisa all’ultimo e recente fallimento. Storie vecchie, che si spera di non rivivere.

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