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Gavorrano - Pisa: le pagelle | E' il momento delle riflessioni e, soprattutto, delle decisioni pesanti

La seconda sconfitta consecutiva certifica senza ombra di dubbio la piena crisi della gestione di Michele Pazienza. Serve una sterzata decisa per non compromettere l'intero progetto sportivo

Di solito si dice che "tre indizi fanno una prova". Nel caso del Pisa ci vogliamo fermare a due: tante sono le sconfitte consecutive inanellate dagli uomini di Pazienza, che nel giro di sette giorni non soltanto hanno detto addio virtualmente ad una corsa per il primo posto incredibilmente rallentata, ma rischiano addirittura di far crollare l'intero progetto sportivo modellato d'estate.

Una vittoria storica

Falcone 6.5; Ropolo 6.5, Marchetti 6.5, Mori 6; Favale 6, Damonte 6, Vitiello 6, Remedi 6, Papini 6; Barbuti 5.5 (dal 58' Moscati 5.5), Brega 7. 

All. Favarin 7: altra lezione di calcio impartita dal tecnico pisano alla sua squadra del cuore. Chissà che per un attimo, assistendo all'impresa dei suoi ragazzi in maglia nera (non si capisce perché il Gavorrano non abbia giocato con la consueta casacca rossoblu), l'allenatore dei 'minerari' non si sia immaginato a guidare proprio quel Pisa che ha soltanto sfiorato tre stagioni fa. Fatto sta il suo Gavorrano è riuscito a cogliere tre punti di platino al termine di una gara interpretata e giocata alla perfezione. Il gol di Brega probabilmente ha trovato l'aiuto goffo di Petkovic, ma su questa rete la formazione 'mineraria' ha costruito 90' di difesa ordinata e arcigna, senza disdegnare anche qualche folata in contropiede. Purtroppo per il Pisa, verrebbe da dire che non tutti gli avversari che Vitiello e compagni incontreranno da qui alla fine della stagione saranno come quello di oggi, ma continuando su questa strada le chance di salvezza per la società maremmana aumentano esponenzialmente.

Una bocciatura totale

Pisa 4.5: quest'oggi variamo il tema rispetto alle consuete pagelle, perché dare un voto a ciascun singolo sceso sul terreno dello 'Zecchini' sarebbe soltanto superfluo, se non un gioco al massacro. Ad uscire bocciato dalla trasferta di Grosseto è la squadra nel suo complesso. Dopo la sconfitta di una settimana fa erano arrivate le parole di carica della Curva Nord e l'ammissione di aver sbagliato troppo da parte di Pazienza e dei suoi giocatori. In conferenza stampa, prima della partenza per la Maremma, il tecnico nerazzurro aveva rassicurato tutti, affermando di aver visto un gruppo consapevole di dover invertire la rotta per dimostrare sul campo il proprio valore e rendere concrete le velleità di primato.

Ebbene, tutto ciò nel grigio pomeriggio di Grosseto non si è visto. Gli oltre 500 sostenitori pisani che ancora una volta hanno accompagnato la squadra in trasferta sono stati obbligati ad assistere ad una prestazione imbarazzante, per larghi tratti grottesca, nel complesso fortemente insufficiente. Dopo il gol del vantaggio dei padroni di casa, Lisuzzo e compagni non sono stati in grado di proporre una reazione ordinata e concreta. Come spesso è accaduto, in campo nessuno si è preso la responsabilità di guidare il gruppo almeno al pareggio. E anche dalla panchina non sono arrivate indicazioni utili a modificare l'andamento quasi scontato della sfida.

Così non va. Non può andare, se si ripensa alle dichiarazioni fatte da società, staff tecnico e giocatori in sede di presentazione della stagione. Il Pisa era partito con l'idea di lottare per primeggiare in vetta al proprio girone. Siamo arrivati ad inizio marzo, e con sole dieci partite dal termine del campionato i nerazzurri si ritrovano a 5 lunghezze dal Siena, che ha una partita da recuperare. Ma soprattutto la squadra sta mostrando un'involuzione preoccupante sia in termini tecnico-tattici, sia dal punto di vista caratteriale. Quanto di buono era stato costruito fino a metà febbraio è stato clamorosamente gettato al vento con delle prestazioni per certi versi incomprensibili. Eppure il tempo e gli appelli per raddrizzare in qualche modo la parte finale dell'annata ci sarebbero ancora. E quindi adesso tocca alla società - nella sua parte dirigenziale e nella componente tecnica - far sì che la stagione 2017-2018 non si chiuda con un fragoroso fallimento del progetto sportivo. E' giunto il momento di assumersi delle pesanti responsabilità e prendere delle decisioni ancora più gravose. Lo chiedono i tifosi a gran voce, e alla luce di quanto visto oggi lo richiede anche uno spogliatoio scarico, confuso e scollato in campo.

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