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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Pisa S.C. 1909: chi è Mario Petrone, il nuovo tecnico nerazzurro

Ritiratosi precocemente dal calcio giocato a causa di una serie di infortuni, il tecnico partenopeo ha riportato in cadetteria l'Ascoli tre anni fa e vinto altri due campionati di Lega Pro

Mario Petrone da meno di 24 ore è il nuovo allenatore del Pisa Sporting Club 1909. Dopo una serie negativa di risultati, ma soprattutto di prestazioni, la società di via Battisti ha deciso di esonerare Michele Pazienza, ed affidare l'incarico all'ex tecnico di Ascoli e Catania. Pazienza, oltre ai suoi errori tattici e ai limiti caratteriali, paga sicuramente oltremodo anche la scarsa personalità dimostrata fin qui dallo spogliatoio. L'auspicio con cui la dirigenza ha preso la decisione di cambiare la guida tecnica, e con cui tutta la tifoseria ha accolto il nuovo mister, è quello di poter vedere una netta inversione di tendenza con il nuovo profilo in panchina. Un cambiamento che dovrà intervenire sia nei risultati che, soprattutto, nell'atteggiamento sul rettangolo verde durante i 90 minuti.

Ma conosciamo meglio Mario Petrone, ex difensore centrale classe '73 ritiratosi giovanissimo dal calcio giocato.

Tormentato dagli infortuni

Mario Petrone, nato a Napoli il 20 marzo 1973, ha giocato come difensore con le maglie del Campania e della Casertana nella prima metà degli anni '90. Successivamente è passato prima al Rovigo, e poi alle formazioni dilettantistiche del Cardito e dell'Ischia Isola Azzurra. Proprio con la squadra isolana termina la sua carriera agonistica, tormentata da una serie infinita di infortuni, nel 2000. A soli 27 anni Petrone appende gli scarpini al chiodo, e varca le linee che delimitano l'area tecnica per intraprendere il percorso di allenatore.

Nella stagione 2000-2001 inizia la sua avventura proprio a Ischia, e nei due campionati seguenti guida i sardi del Calangianus. Nel 2003 passa poi ad un'altra società sarda, il Tempio, ma stavolta il percorso termina anzitempo a causa dell'esonero. Nel campionato 2004-2005 allena una formazione del campionato maltese, il Saint Joseph, e l'anno dopo fa ritorno in Sardegna assumendo la guida tecnica della Nuorese. Con la formazione verdeblu colleziona le prime soddisfazioni, vincendo il proprio girone di Serie D e ottenendo la promozione in C2 nel maggio del 2006. Rpete l'ottimo campionato anche nella stagione successiva, chiudendo al quarto posto e perdendo la semifinale playoff per l'accesso alla C1. 

Nel 2007-2008 passa al Lumezzane, ma stavolta la strada nella Val Gobbia si rivela fallimentare: Petrone viene sollevato dall'incarico a poche giornate dal termine, a metà aprile, dopo una serie di cinque sconfitte consecutive. La carriera riparte nell'ottobre dello stesso anno da San Marino, ma anche in questo caso viene allontanato dalla squadra 'dei Titani' a stagione in corso, a fine marzo del 2009. Dopo una parentesi nuovamente in Sardegna con i dilettanti del Sanluri, nell'estate del 2010 fa ritorno a San Marino, dove resta per due annate e centra la promozione in Lega Pro Prima Divisione nel maggio del 2012.

Nel campionato successivo viene esonerato, e nell'estate del 2013 ottiene l'incarico dal Bassano Virtus. Guida la formazione veneta ad una strepitosa promozione in Lega Pro Prima Divisione con cinque giornate d'anticipo, trionfando anche nella Supercoppa di categoria e guadagnandosi le attenzioni di un club blasonato come l'Ascoli. Firma per i bianconeri marchigiani nell'estate del 2014, e in quella stagione dà vita ad un duello a tre con Pisa prima e Teramo poi per il primo posto nel Girone B di Lega Pro. Sul campo il 'Picchio' chiude al secondo posto ed eliminato al primo turno dei playoff per mano della Reggiana, ma gli illeciti sportivi commessi dal club abruzzese - declassato all'ultimo posto - consentono a Petrone di poter festeggiare la promozione in cadetteria.

L'avventura in Serie B con l'Ascoli non dura molto: dopo 3 vittorie, un pareggio e 7 sconfitte viene sollevato dall'incarico il 2 novembre 2015, e torna in pista soltanto un anno e mezzo dopo. Lo fa a Catania, subentrando in corsa a inizio febbraio del 2017. Anche in questo caso però il percorso con la formazione etnea è molto breve: a causa di ripetute incomprensioni con lo spogliatoio e la dirigenza rossazzurra, viene esonerato l'8 marzo. E questo era anche l'ultimo capitolo della sua carriera da allenatore, prima di ricevere la chiamata da Giuseppe Corrado, e sbarcare così a Pisa per tentare di dare un senso al finale di stagione dei nerazzurri.

Un allenatore di personalità

Sicuramente al 43enne tecnico partenopeo non fanno difetto il carattere e la personalità. In quasi tutte le tappe della sua carriera ha saputo instaurare un rapporto vivace sia con lo spogliatoio che con la tifoseria. Emblematica la sua esultanza sfrenata al termine dello scontro diretto dell'Arena Garibaldi a fine febbraio del 2015, quando il suo Ascoli seppe imporsi per 1 a 0. Petrone è un amante del calcio giocato: difficilmente le sue squadre attuano una gara difensiva e passiva. Molto sovente l'allenatore campano si dispone con una difesa schierata a quattro, per poi variare le altre due linee in base all'avversario e alle caratteristiche dei suoi giocatori. 

Generalmente sono due i moduli più attuati da Petrone nel corso della sua carriera: il 4-4-2 ed il 4-2-3-1, che all'occorrenza può trasformarsi in un 4-3-3 in alcune fasi di gioco. Ciò che è certo è che Petrone riporterà sulla linea quanto meno delle ali di centrocampo Daniele Mannini, consegnando a Samuele Birindelli il compito di presidiare la corsia laterale difensiva destra. Spesso le sue squadre hanno utilizzato un centravanti forte fisicamente e in grado di fare da collante fra la metà campo e la linea offensiva, e per questo motivo salgono le quotazioni di Eusepi e Ferrante per una maglia da titolare già dalla partita con la Giana Erminio di giovedì 29 marzo.

Le altre scelte verranno fatte in base agli esiti del lavoro svolto nel ritiro di Novarello, in Piemonte, scelto dalla società per far ritrovare all'organico compattezza e serenità in vista di un rush finale da disputare, possibilmente, finalmente da protagonisti e non da comprimari. Una parte finale di stagione, palyoff compresi, affidata all'esperienza e al carisma di Mario Petrone.

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