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Tokyo 2020, Salvatore Sanzo: "21 atleti toscani alle Olimpiadi. Buone possibilità di medaglia"

L'ex fiorettista illustra le aspettative e le problematiche della spedizione azzurra ai Giochi Olimpici, in programma dal 23 luglio all'8 agosto

Un sogno, comune a tutti gli sportivi che si affacciano alle proprie discipline: da sempre i Giochi Olimpici sono il coronamento degli sforzi compiuti in allenamento, in gara, quotidianamente. Ogni goccia di sudore in più è un centimetro in meno che separa l'atleta dal traguardo della manifestazione 'a cinque cerchi'. Dopo un anno di pausa forzata, causata dall'incubo Coronavirus, questo sogno ha ripreso vita per i 345 sportivi che comporranno la spedizione azzurra a Tokyo, per i 32° Giochi Olimpici della storia. All'interno del drappello, 21 provengono dalla Toscana e cercheranno di riportare nel Granducato un discreto gruzzolo di medaglie.

"Le prospettive sono buone. In particolare c'è molta attesa per le prestazioni della Nazionale di scherma, in cui due punte di diamante sono i pisani Gabriele Cimini e Martina Batini", spiega Salvatore Sanzo, che di titoli olimpici e medaglie pesanti se ne intende. Limitandosi alle Olimpiadi, il palmares dell'ex fiorettista mostra un bronzo nella gara a squadra a Sidney 2000, l'oro a squadre e l'argento individuale ad Atene 2004 e il bronzo individuale a Pechino 2008. "Non voglio fare torti a nessuno, però - puntualizza l'ex presidente del Coni Toscana - per cui mi limito a questi due nomi, espressioni migliori per quanto riguarda la spedizione olimpica, del territorio pisano. Perché le opportunità di fare molto bene, magari conquistando anche una medaglia, sono molte: gli atleti toscani sono tutti molto preparati. Rappresentano il meglio della nostra terra".

Per tutti ci sarà l'incognita del ritorno a una competizione ufficiale così importante dopo molti mesi di stop e pochissime occasioni per togliere la ruggine mentale e fisica accumulata nei mesi di lockdown. "Anche se gli atleti olimpici hanno potuto proseguire negli allenamenti - spiega Sanzo - nel corso degli ultimi 12-14 mesi è mancata l'adrenalina tipica dell'avvicinamento ad appuntamenti importanti. Perciò tutti gli atleti, nessuno escluso, prenderanno parte alle Olimpiadi con l'incognita della condizione mentale. Senza dimenticare che un conto è allenarsi, tutt'altro è competere con gli avversari in gare ufficiali".

L'ex fiorettista porta un esempio pratico a suffragio del suo pensiero: "Pensate che nell'ultimo anno e mezzo è stata disputata una sola gara di Coppa del mondo di scherma. E' realmente qualcosa di fuori dall'ordinario, mai accaduto prima. Per tutti gli sportivi sarà complicato riprendere la routine quotidiana dell'impegno sportivo, c'è una diffusa disabitudine alla gara e alla competizione con gli avversari". Ma prevale, comunque, la gioia del ritorno della manifestazione sportiva per eccellenza: "Nei tempi antichi durante le Olimpiadi si fermavano anche le guerre. La portata di questo evento è mondiale: Tokyo, in questo senso, dal 23 luglio al 5 settembre, quando termineranno anche le Paralimpiadi, sarà l'epicentro della ripartenza di tutto il mondo dopo la fase più dura dell'emergenza sanitaria. E' molto bella anche l'ufficialità della presenza del pubblico: qualsiasi gara, con la gente a seguirla dal vivo, assume una sfumatura differente".

Pandemia o no, però, i due fattori che secondo Salvatore Sanzo segneranno la differenza sottile tra la vittoria e l'amarezza della sconfitta saranno i soliti di sempre: "Fortuna e coraggio. Per sconfiggere l'avversario non si deve avere paura di cercare il gesto tecnico. E ovviamente c'è bisogno anche di un pizzico di buona sorte che mandi a segno il colpo. Faccio un enorme in bocca al lupo a tutti gli azzurri che prenderanno parte a Olimpiadi e Paralimpiadi. Insieme costituiscono lo Sport, con la 's' maiuscola: un bene globale, di tutti e a portata di chiunque. Lo ha ribadito anche il presidente Sergio Mattarella nella cerimonia di consegna del Tricolore".

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