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Pisa S. C. 1909: il gioco latita, ma i numeri sono dalla parte dei nerazzurri

La squadra di Pazienza fatica a trovare una propria identità di gioco. Le ultime partite sono state vissute con troppa passività, ma nel girone di ritorno la porta nerazzurra non è ancora stata perforata

Troppa passività nell'interpretazione della partita, ed un atteggiamento eccessivamente rinunciatario nel momento della gestione del risultato. Sono queste i due capi d'accusa che vengono imputati al Pisa ed alla sua guida tecnica, Michele Pazienza, da gran parte dell'ambiente. Effettivamente dare torto a chi sostiene che le partite interne con Cuneo e Monza, al pari di quella di Viterbo, sono state gestite male, sarebbe una forzatura. I nerazzurri non hanno di certo brillato. Ma, al netto della prestazione tecnico-tattica, sono riusciti ad accorciare sulle prime due posizioni della classifica. Come? Ce lo dicono i numeri.

Difesa d'acciaio

Da quando è iniziato il girone di ritorno, ovvero dalla gara interna con l'Olbia del 23 dicembre, il Pisa non ha mai subito gol. Questo dato si può estendere anche agli ultimi trenta minuti della partita precedente: in Pisa – Arezzo 2-3 del 17 dicembre, infatti, il terzo gol ospite arrivò al 60'. Da lì in poi la difesa nerazzurra ha tirato su un muro di acciaio imperforabile da tutti gli avversari incontrati dopo. E non è una cosa da poco, se si pensa che nelle prime cinque uscite della seconda parte del campionato la squadra di Pazienza ha incrociato la strada con formazioni che galleggiano nelle prime otto posizioni della graduatoria. E due di queste, per dare ulteriore lustro a quanto fatto da Carillo e compagni, sono la seconda e quarta forza del girone (Siena e Viterbese).

Gli statunitensi, che di sport di squadra se ne intendono, hanno coniato negli anni un detto che si può sposare bene con l'attuale condizione dell’organico nerazzurro: "l'attacco ti fa vendere i biglietti dello stadio, ma la difesa ti fa vincere le partite". Mai slogan potrebbe essere più veritiero di questo per descrivere le ultime prestazioni del Pisa. I minuti di imbattibilità della porta nerazzurra ammontano ormai a 480 (recuperi esclusi): l'impressione è che per gli avversari sia davvero complicato riuscire a perforare i pali difesi da Voltolini (ottimo sostituto di Petkovic, in attesa che il portiere serbo torni al massimo della condizione). Un aiuto è arrivato anche dalla fortuna, visto che sono tre i pali che hanno salvato la porta del Pisa nelle trasferte di Viterbo e Siena. Ma sono particolari che fanno parte del gioco, al pari dei gol fortunosi subiti con l'Arezzo e la Pistoiese. In fondo al campionato questi episodi si annullano a vicenda, e ciò che rimane è invece il valore assoluto di un pacchetto arretrato che al momento è il migliore di tutto il calcio professionistico italiano.

La densità e l'aggressività garantita da tutta la squadra sui palloni alti fa sì che raramente vengano corsi pericoli su corner e punizioni da lontano. Qualche affanno in più arriva in occasione dei fraseggi palla a terra degli avversari, visto che i numerosi giocatori di qualità di cui è infarcito il Pisa non svolgono una fase difensiva continua per novanta e passa minuti. Delle due, però, una. O si cerca con più insistenza il gol, sbilanciando inevitabilmente lo schieramento della squadra, oppure si prosegue sulla strada imboccata nell'ultimo mese e mezzo. Strutturalmente l'organico di questa stagione ha in sé un potenziale tecnico a dir poco smisurato per la categoria, ma fino a questo momento le partite disputate hanno detto che per centrare i successi il Pisa deve prima di tutto guardare all'equilibrio.

Lassù nessuno come il Pisa

Il bersaglio principale delle critiche, ed è inevitabile che sia così, è mister Pazienza, da più parti accusato di non riuscire a sprigionare a pieno la qualità dello spogliatoio che guida da ottobre. Le vittorie sofferte contro Monza e Cuneo parzialmente rafforzano l'impressione che il Pisa possa realmente fare di più, soprattutto alla luce della prima metà di quasi tutti i primi tempi disputati, nelle quali Mannini e compagni sono riusciti a schiacciare qualsiasi avversario.

Se però si effettua un'analisi globale sulla squadra, inserendola nel contesto generale del Girone A, oltre al dato della difesa si possono notare anche altri numeri che certificano la bontà del lavoro del tecnico pugliese. Nel girone di andata, arrivati a questo punto del calendario ,i nerazzurri avevano ottenuto 8 punti. Adesso sono 11, e sono serviti per accorciare sensibilmente sulla vetta della classifica. Il Livorno capolista infatti adesso dista otto lunghezze: in cinque turni il Pisa gli ha recuperato 4 punti. Sono invece 2 i punti rosicchiati al Siena, distante due lunghezze. E anche la Viterbese è tornata dietro ai nerazzurri di un punto, avendo conquistato lo stesso bottino in questa prima parte del girone di ritorno. Numeri alla mano quindi il Pisa è la migliore, attualmente, del lotto delle prime quattro: i gialloblu laziali infatti hanno totalizzato lo stesso bottino, ma negli ultimi due match hanno impattato sullo 0-0, mettendo in mostra qualche difficoltà nell'andare a rete.

Sfruttare la profondità della panchina

Michele Pazienza dovrà essere bravo a spremere il massimo dal suo spogliatoio. Per farlo dovrà ricorrere con fiducia e convinzione anche agli elementi che ultimamente hanno sceso qualche gradino nelle gerarchie. I vari Eusepi, De Vitis, Lisuzzo, Giannone, insieme ai nuovi arrivi del mercato di riparazione, costituiranno una forza fresca necessaria per mantenere al massimo i giri del motore.

Proprio il lavoro di Ferrara e Giovanni Corrado a gennaio ha coperto tutte le falle che si erano evidenziate nella prima parte del campionato. Sono arrivati i due sostituti naturali dei terzini titolari, al pari di un'alternativa di valore al centro dell'attacco e due comprimari di lusso per gli esterni offensivi. Adesso il Pisa ha veramente tutto per poter puntare senza mezzi termini ad una rimonta difficile, ma non impossibile. Pazienza può contare su due formazioni 'titolari' di pari valore. Ora il mister dovrà capire quali piccole correzioni apportare all'impianto di base per riuscire a migliorare ancora le prestazioni.

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