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Nessuna frase razzista: il Tribunale federale nazionale scagiona Michele Marconi

Il centravanti del Pisa era finito al centro di una vicenda di supporto razzismo dopo le accuse di Joel Obi, centrocampista del Chievo. L'udienza di stamani ha definitivamente scagionato il bomber nerazzurro

Ottime notizie in casa nerazzurra: Michele Marconi è stato prosciolto dall'accusa di razzismo che aveva sollevato il Chievo. Nella mattinata di mercoledì 3 marzo il centravanti nerazzurro è comparso di fronte al Tribunale federale nazionale (in videoconferenza) con il suo legale. Una volta ascoltata la deposizione del bomber, il presidente della Sezione disciplinare del Tribunale Giuseppe Rotondo ha deciso di scagionare il giocatore dalle accuse rivoltegli dalla società scaligera.

Il Procuratore federale aveva chiesto una pena di 10 giornate di squalifica. L'oggetto della contesa era una frase percepita esclusivamente da alcuni tesserati del Chievo nel corso della partita disputata all'Arena lo scorso 22 dicembre. "La rivolta degli schiavi" sono le parole che Joel Obi avrebbe sentito uscire dalla bocca di Michele Marconi: né la quaterna arbitrale, né gli ispettori presenti a bordo campo le avevano riportate nei referti ufficiali. E infatti la vicenda è scoppiata come una bolla di sapone.

Nel finale di stagione il Pisa potrà contare sul suo bomber, protagonista anche nell'ultima gara giocata ad Ascoli del gol del definitivo 0-2 con il quale i nerazzurri hanno centrato una vittoria pesantissima nella corsa ai playoff.

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